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1.
Riassunto Sono stati effettuati tre anni (1984–86) di osservazioni epidemiologiche ed aerobiologiche per ricercare la relazione esistente tra concentrazione pollinica giornaliera delle Oleacee nell' atmosfera della città di Palermo e numero di casi di pollinosi dovute a tale polline. I dati aerobiologici sono stati ottenuti con un campionatore volumetrico VPPS 2000. Questi, elaborati con il metodo della media mobile su 7 giorni e correlati con i dati epidemiologici, hanno evidenziato che, nel nostro territorio, le famiglie di pollini che rivestono importanza clinica sono tre: Urticacee, prevalentemente Parietaria, Graminacee ed Oleacee, prevalentemente Olea europaéa. Le Oleacee occupano il terzo posto nel determinismo delle pollinosi (21,76% di tutte le pollinosi), mentre dal punto di vista aerobiologico sono al secondo posto. La mancanza di proporzionalità diretta è da mettere in relazione, verosimilmente, con il breve periodo sintomatologico e con un basso potere allergizzante di tale aeroallergene. E' stato registrato, negli ultimi dieci anni, anche in Sicilia, un aumento della frequenza di sensibilizzazione verso il polline delle Oleacee.   相似文献   

2.
Riassunto Vengono presentati i risultati del monitoraggio dei pollini allergogeni (18 gruppi botanici + pollini totali) effettuato a Sassari (Sardegna sett.) nel biennio 1984–85, mediante apparecchio campionatore volumetrico ?Burkard?, comparati coi dati dell'indagine clinico-allergologica effettuata contemporaneamente nella zona. La contaminazione pollinica dell' aeroplancton viene messa in relazione con la vegetazione della regione circostante. è stata anche calcolata la conc. oraria dei pollini totali nei vari mesi. Nel 1985 si sono registrati valori di conc. pollinica superiori che nel 1984, specie per i pollini totali, Oleaceae, Cupressaceae e Quercus. Le Compositae hanno sempre presentato una bassa conc. pollinica, e una scarsa incidenza nelle sensibilizzazioni della zona. Le Gramineae vengono al 1° posto come responsabili di pollinosi. Le Oleaceae hanno presentato valori alti di conc. giorn. (eccezionali nel 1985), mentre l'incidenza di pollinosi da olivo nel Sassarese è risultata assai limitata. Il polline di Urticaceae è presente tutto l'anno, ma soprattutto da metà marzo a metà giugno; si è rilevata nei pazienti pollinosici cross-reattività tra Parietaria e Urtica.   相似文献   

3.
Riassunto Viene qui presentato il progetto di elaborazione computerizzata dei dati aerobiologici, relativi alla presenza in atmosfera dei pollini di interesse allergologico, in vista della realizzazione di un Sistema di Banche Dati, regionali e nazionali, che raccolgano e redistribuiscano i dati rilevati dai circa 60 centri di monitoraggio aerobiologico operanti in Italia. Il progetto, basato sull'uso di Personal Computers, è in avanzato stato di realizzazione e si articola in un package di software specifico, di cui è stata data dimostrazione operativa nel corso del 2o Congresso Nazionale A.I.A. svoltosi a Capri nell'aprile 1986. L'articolo descrive in dettaglio la genesi del progetto, le linee di sviluppo in cui lo stesso è articolato, ed in particolare le funzioni di cui è prevista la gestione per mezzo del Computer, sia a livello del singolo utente locale che a livello di Banca Dati regionale o nazionale, fornendo esemplificazioni dei risultati ottenibili (soprattutto sotto forma di grafici) e notizie tecniche in merito alle caratteristiche dell'hardware occorrente, nonché sullo sviluppo e sulle modalità di acquisizione del software specifico.   相似文献   

4.
Riassunto Vengono presi sinteticamente in esame gli scopi, il programma e i metodi della Flora Palinologica Italiana e della Sezione Aeropalinologica che verrà sviluppata su ?Aerobiologia?. La sezione in oggetto illustra la morfobiometria di pollini importanti dal punto di vista aerobiologico e, inizialmente, tratterà specie dotate anche di interesse allergologico. In questo primo contributo è presentata, come esempio, la scheda palinologica diUrtica dioica L. (n. 168 della Flora Palinologica Italiana).   相似文献   

5.
Riassunto Nel presente lavoro sono state riportate le concentrazioni polliniche registrate nell' atmosfera di Varese nel 1986. Le principali famiglie di pollini presenti sono state quelle delle Graminacee, Urticacee (Parietaria officinalis) e Betulacee (in particolare Betula alba), seguite da Corilacee, Fagacee, Salicacee e Cupressacee. Scarsa importanza hanno dimostrato, per le basse concentrazioni raggiunte, le Chenipodiacee, le Plantaginacee ed in particolare le Composite. In generale i risultati ottenuti non si sono di molto discostati da quelli riscontrati nel 1985.
Summary This research reports the results of the airborne pollen samplings carried out with a volumetric VPPS 2000 sampler elaborated daily in the area of Varese during year 1986, from March to September. These results were related to some meteorological data (temperature, humidity and rain). The principal pollen's families found are those of Gramineae, Urticaceae (parietaria off.), Betulaceae, Corylaceae, Fagaceae, Salicaceae and Cupressaceae. Chenopodiaceae, Plantaginaceae and Compositae have demonstrated little importance because they reach low concentrations. Generally the results obtained in the year 1986 and in 1985 are similar.
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6.
Riassunto Sono state rilevate durante un monitoraggio aerobiologico effettuato a Pietra Ligure (Savona) nel corso del 1987 le concentrazioni polliniche di 50 taxa ed è stata valutata l'influenza relativa dei fattori meteorologici. Le osservazioni palinologiche sono state rapportate alle concentrazioni sieriche delle IgE specifiche, alla reattività bronchiale specifica ed aspecifica valutate in 101 pazienti allergici (rinitici ed asmatici), sensibilizzati a Graminaceae ed Urticaceae (Parietaria) al fine di riconoscere correlazioni tra le caratteristiche aerobiologiche di questi allergeni edi meccanismi patogenetici che sostengono la reattività bronchiale.   相似文献   

7.
Riassunto Scopo della Ricerca è quello di stabilire le concentrazioni aeree periodiche dei pollini diCupressaceae ePinaceae rilevate nell'atmosfera di Cagliari e accertare l'esistenza di correlazioni tra queste e le sindromi allergiche manifestantesi nel periodo invernale-primaverile. Su un campione significativo di 1000 pazienti, di sesso ed età diversa, sono risultati sensibilizzati ai pollini di pini, tuie, cipressi e cedri 141 soggetti. Dalle indagini allergologiche non traspare tuttavia chiaramente il ruolo etiologico delleCupressaceae ePinaceae per le quali peraltro non si sono riscontrate mai monosensibilizzazioni. I campionamenti aeropollinici hanno permesso di identificare alcuni aspetti fenogici ed actupalinologici utili per meglio interpretare i bioritmi delle due famiglie anche in funzione degli agenti climatici.   相似文献   

8.
Riassunto Nella zona mediterranea i pollini piùfrequentemente responsabili di allergia respiratoria sono:Parietaria, Graminaceae, Compositae, Platanus, Betulaceae. Recentemente è stata osservata una frequente sensibilizzazione anche al polline diCupressaceae, Ambrosia eChenopodiaceae. Alcuni autori riferiscono che nel Nord Africa la concentrazione di polline di Chenopodiaceae è circa 20 volte maggiore rispetto alla zona mediterranea. Scopo del presente lavoro è quello di studiare le caratteristiche morfologiche del polline diSalsola; nonché la distribuzione della pianta in Italia e di valutarne la frequenza di sensibilizzazione in una popolazione di pazienti allergici. Sono stati studiati 436 pazienti di cui 343 positivi al Prick test per i più comuni allergeni della zona (Parietaria, Graminacee, Olea europaea, Compositae, eSalsola kali) e 90 soggetti negativi. Per la caratterizzazione morfopollinica è stata utilizzata le tecnica di Erdtman. E'stato dimostrato come la sensibilizzazione alla.S. kali è presente nel 13,7% dei casi, sempre in associazione con altri tipi di pollini, tranne in un solo caso di sensibilizzazione isolata. Si sottolinea quindi l'importanza che può rivestire nella nostra penisola la sensibilizzazione alla Salsola, resta da verificare l'incidenza di questo polline nei campionamenti atmosferici.
Summary The pollen morphology of the genusSalsola L. (Chenopodiaceae) and the distribution of the plant in Italy was described and frequency of sensitization in a population of allergic patients was studied. Sensitization toSalsola was present in 13,7% of 343 allergic patients. This sensitization was always been observed in association with other pollen except for one case. The importance of this sensitization in the Mediterranean areas was emphasized considering the common frequency ofChenopodiaceae sensitization and the very frequent cross-reactivity within in the same family and betweenChenopodiaceae andAmaranthaceae.
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9.
Riassunto Sia le piante spontanee, in particolare la Parietaria e le Graminacee, sia le piante coltivate, i cui pollini hanno in vario grado importanza allergologica, sono abbondantemente rappresentate e diffuse sull'isola di Capri. Gli estratti di acari Dermatophagoides, però, risultano di gran lunga gli allergeni più frequenti nel determinismo delle allergie respiratorie. Gli AA. hanno studiato la composizione bioatmosferica che gravita sul piccolo territorio caprese al fine di stabilire eventuale relazione tra fattori meteoclimatici e positività diagnostica allergica. I fattori meteorologici presi in esame sono stati i seguenti: precipitazioni piovose, umidità relativa, temperatura dell'aria, velocità e direzione dei venti. L'elevata umidità relativa (valori fino a 76% UR), le precipitazioni (valori fino a 108 mm), la velocità del vento (4–7 m/sec), ostacolano l'immissione e la dispersione aerea del polline delle piante anemofile diffuse sull'isola. L'elevata umidità relativa con le variazioni della temperatura (valori fino a 28,5°C) determinano, invece, il microclima caldo-umido delle abitazioni capresi, habitat ideale per lo sviluppo e la crescita degli acari Dermatophagoides. Gli AA. concludono sottolineando l'importanza di tali condizioni meteoclimatiche nel determinismo delle allergopatie respiratorie da allergeni inalanti e, particolarmente, il prevalere delle sensibilizzazioni da acari Dermatophagoides. Evidenziano inoltre come la profilassi ambientale possa rappresentare un momento fondamentale nella prevenzione dalla sensibilizzazione da acari Dermatophagoides per gli abitanti in Capri.
Summary Spontaneous plants, particularly Parietaria and Grasses, and coltived plants, are aboundantly diffused on the Isle of Capri. Dermatophagoides mites are however the most frequent allergens that cause respiratory allergy. The AA. studied the bioatmospheric composition of the little Isle of Capri to find the possible connexion among meteoclimatic factors and allergy. The meteorological factors precipitations, relative humidity, temperature of air, speed and direction of winds, were studied. The high relative humidity (≥76%), the precipitations (≥108 mm), the speed of wind (4–7 m/sec), obstruct the dispersion of pollens of anemophilous plants. The high relative humidity and the variations of temperature (≥25°C), cause in the houses on Capri, a hot microclimate, an ideal habitat for the growth of Dermatophagoides. The AA. conclude emphasizing the importance of meteoclimatic conditions to determine the respiratory allergy caused by inhalant allergens and, particularly, the prevalence of Dermatophagoides sensitization. The AA. emphasize, moreover, that ambiental prophilaxis essential to prevent Dermatophagoides sensitization in Capri.
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10.
Riassunto In allergologia clinica la sensibilizzazione da miceti ha un ruolo di importanza secondaria rispetto a quella da pollini, ma le nostre conoscenze sul ruolo allergenico delle spore e di altre emanazioni atmosferiche dei miceti sono però stato largemente insoddisfacenti. Contrariamente a quanto avviene per i granuli pollinici, la cui sede di origine, la pianta che li produce, è ben visibile nell'ambiente, per le spore dei miceti è frequentemente impossibile evidenziare la sorgente fungina di appartenenza. Maggiore importanza assumono quindi l'identificazione e la misura della loro concentrazione nell'atmosfera. Il campionamento aerosporologico può essere effettuato con apparecchi volumetrici tipo Hirst che permettono però il solo riconoscimento di alcune spore e non di altre, come quelle di Aspergilli e Penicilli. Per quest'ultime appare più utile la captazione mediante capsule di Petri esposte isolatamente o in un apparecchio campionatore a multistadi del tipo dell'Andersen. Per quanto riguarda i riflessi in allergologia clinica la scarsa frequenza di sensibilizzazione da miceti è verosimilmente da collegare alla carente purificazione e standardizzazione degli estratti allegenici utilizzati. Non esiste infatti un'uniformità nei metodi di estrazione delle componenti allergeniche e quindi c'è molta variabilità nel contenuto antigenico ed allergenico degli estratti di ditte diverse o della stessa ditta in tempi diversi. C'è inoltre da considerare che, contrariamente a quanto avviene per i pollini, non esiste per i miceti una ben definita stagione di presenza ambientale di spore fungine sì da consentire una correlazione con la sintomatologia clinica. La stagione fungina dell'atmosfera libera è infatti frequentemente integrata dalla presenza delle stesse spore all'interno delle abitazioni e/o degli ambienti di lavoro per cui l'esposizione diventa di tipo perenne.   相似文献   

11.
Nationalization and Globalization Trends in the Wild Mushroom Commerce of Italy with Emphasis on Porcini ( Boletus edulis and Allied Species). This paper presents an historical overview of wild mushroom commerce in Italy, with a focus on recent trends in the production of porcini (Boletus edulis and closely allied species). Over the past century, two major trends—nationalization and globalization—have been apparent in the wild mushroom commerce of Italy. First, a simplified national mushroom menu has emerged through processes of governmental regulation and culinary fashion, but it has come at the expense of differing, localized mushroom traditions which may suffer under the European Union’s free trade principles. Second, Italy has emerged as a focal point of a global market for a small number of mushroom species—particular porcini. While the name porcini has become synonymous with Italian cuisine, and in spite of a vibrant tradition of recreational mushroom collecting in Italy, most of the porcini commercially available in Italy or exported by Italy are no longer of Italian origin. Porcini and other mushrooms now flow into Italy from all over the world—especially from China and eastern Europe—and are then often exported as “Italian porcini.” This globalization of the wild mushroom trade, while offering significant income to rural producers and processors around the globe, has other effects as well, for example, a kind of national branding as “Italian” of globally-produced products, of which porcini is one, that is in direct opposition to some of the European Union’s rules for regional denominations.
Processi di Nazionalizzazione e Globalizzazione nel Commercio Italiano dei Funghi spontanei, con Particolare Riguardo ai Porcini ( Boletus edulis e Specie Affini). Questo articolo presenta una panoramica storica sul commercio dei funghi spontanei in Italia, con particolare riguardo alle recenti tendenze nella produzione dei porcini (Boletus edulis e specie affini). Nello scorso secolo si sono osservate due tendenze principali—di nazionalizzazione e di globalizzazione—nel commercio dei funghi spontanei in Italia. In primo luogo si è affermata nel territorio nazionale una tradizione limitata al consumo di un numero contenuto di specie, sia per effetto di alcune normative che di mode culinarie, ma ciò è avvenuto a discapito di tradizioni locali più ricche, che potrebbero ulteriormente risentire dei principi per il libero scambio all’interno dell’Unione Europea. In secondo luogo, l’Italia si è posta in evidenza come un punto nodale per il mercato globale di alcune specie fungine, in particolare dei porcini. Nonostante quest’ultimo termine sia tradizionalmente associato alla cucina italiana, e nonostante esista in Italia una vivace e radicata tradizione nella raccolta amatoriale dei funghi, la maggior parte dei porcini ivi commercializzati (allo stato fresco, essiccati o variamente conservati) o esportati verso altri paesi non sono più di origine locale. I porcini e altre specie fungine giungono attualmente in Italia da ogni parte del mondo—in modo particolare dalla Cina e dall’Europa orientale—e sono successivamente spesso esportati come “prodotti Italiani.” Questo processo di globalizzazione del mercato dei funghi spontanei, pur offrendo un significativo introito ai raccoglitori e commercianti rurali su tutto il globo, è responsabile di altri effetti, come per l’appunto una sorta di marchio nazionale “Italiano” su alcuni prodotti di provenienza globale, come per l’appunto i porcini, cosa che contrasta con alcune delle regole dell’Unione Europea in materia di denominazioni regionali.
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12.
Riassunto L'A. con il presente lavoro si propone di riassumere le nostre attuali conoscenze sugli Attinomiceti, discutendo in particolare i seguenti punti: a) l'eterogeneità morfologica e colturale di questi microrganismi; b) necessità di una loro ripartizione in generi diversi; c) l'opportinutà di una nuova classificazione che tenga debito conto di queste nozioni; d) la possibilità di nuovi studi e di nuovi orientamenti nella ricerca. Ciascuno di questi punti é discusso e documentato in quattro parti diverse del lavoro. Parte 1a. — Sono riassunte le conclusioni più significative, a cui sono giunti vari studiosi della morfologia degli Attinomiceti, come l'Orskov e il Jensen che, distinguono tre gruppi, particolarmente documentati.Una ulteriore e piú antica distinzione é suggerita dal carattere di anaerobiosi, sebbene non vi sia un completo accordo nel giudizio di una simile distinzione: l'accettarono il Wright, il Pinoy, Lignières e Spitz, il Puntoni. Wollenweber distinse due sezioni: Aerothrix e Pionnothrix. Parte 2a. — L'A. vi discute in primo luogo a quale dei gruppi distinti in precedenza si debba attribuire la denominazione generica Actinomyces, e necessariamente quali dei ricordati gruppi corrispondano ai generi definibili e con quali termini debbano essere contraddistinti. Parte 3a. - L'A. propone una nuova classificazione degli Actinomycetales, in cui l'emendamento principale consiste nella più rigorosa definizione delle famiglie Actinomycetaceae, nella quale debbono essere incluse le specie producenti spore o conidi. E' creata una sottofamiglia in relazione alle loro affinità per i generi Actinobacterium, Cohnistreptothrix, Proactinomyces, Mycobacterium, e Corynebacterium; essa con il termine Proactinomycoideae fa parte della famiglia Mycobacteriaceae. Nella sottofamiglia Leptothrichioideae sono annoverati quei generi che hanno maggiori affinità con i restanti Schizomiceti. II genere Actinomyces é considerate come il più evoluto e di transizione agli Eumiceti, ma per l'assenza di un nucleo ben definite si deve considerare appartenente agli Schizomiceti. Parte 4a. — L'A. si sofferma ad illustrare i rapporti che questi microrganismi hanno con la patologia e la microbiologia, rilevando che la loro esatta conoscenza con precise diagnosiè grandemente utile a queste scienze. Sono illustrate e discusse le specie note dei singoli generi e rilevate le ulteriori necessità di ricerche sperimentali.  相似文献   

13.
Riassunto L'autore ha studiato lo sviluppo in vitro del polmone embrionale di pollo, espiantato a 4 e 5 giorni di incubazione e tenuto in cultura fino ad un massimo di 5 giorni. Il processo di ramificazione dell'albero bronchiale continua in cultura, e puó essere seguito direttamente, mediante l'osservazione della cultura allo stato vivente, fino a che la ramificazione non diviene troppo complicata.L'esame istologico delle culture dimostra la comparsa di fenomeni molto simili a quelli che avvengono nelle condizioni normali di sviluppo, come viene dimostrato dal confronto fra le culture e polmoni di embrioni di pollo dal 5 ° al 10 ° giorni di incubazione. In particolare si sono osservati nelle culture: la secrezione vescicolare dell'epitelio della trachea e dei bronchi, fenomeni di migrazione cellulare attraverso l'epitelio, l'assottigliarsi dell'epitelio verso le ultime ramificazioni corrispondenti ai capillari aeriferi, il distacco di cellule dall'epitelio dei bronchi e dei piccoli rami e la loro caduta nel lume.In confronto allo sviluppo normale si osserva nelle culture una minore rapidità di ramificazione e la scomparsa dei sacchi aeriferi addominali.Ringrazio il Prof. E. Borghese, che ha seguito l'esecuzione della presente ricerca.  相似文献   

14.
Riassunto Con metodi istochimici e con metodi di colorazione e di impregnazione per il tessuto gliale fu studiato il materiale intercellulare interposto ai neuroni e fibre nervose nel nevrasse di anfibi urodeli ed anuri (Triton taeniatus, Triton cristatus, Amblystoma mexicanum, Xenopus laevis, Bufo vulgaris, Rana esculenta).I metodi istochimici hanno dimostrato nel materiale interneuronico la esistenza di sostanze del gruppo dei mucopolisaccaridi: esse formano, probabilmente un materiale anisto che dopo fissazione precipita in un reticolo granulare e filamentoso, metacromatico, HOTCHKISS positivo, sensibile all'azione degli enzimi ialuronidasici. Gli studi sui gliociti hanno dimostrato che soltanto nei centri assili degli anfibi anuri esiste una architettura gliovascolare formata prevalentemente da gliociti ependimali: negli altri centri degli anuri e in tutto il nevrasse degli urodeli si trova una rada ed incompleta trama di prolungamenti ependimali con pochi gliociti protoplasmatici siti nella ccmpagine dei centri e sottopiali: le fibre ependimali hanno in questo caso scarsissimi rapporti con i vasi sieche non si può parlare di una vera architettura gliovascolare.Fu dimostrato un sensibile antagonismo fra la intensità delle reazioni istochimiche per la sostanza anista e la complessità delle architétture gliali.Gli autori ritengono esatto definire tutto il materiale interneuronico con il termine di glia proposto dal VIRCHOW: la glia risulta quindi composta da un materiale anisto mucopolisaccaride e dai gliociti riuniti o no in architetture gliovascolari.Dedicate al Prof. F. Baltzer nel suo 70° compleanno.Richerche condotte con il sussidio di fondi del C.N.R.  相似文献   

15.
Riassunto Gli Autori hanno minutamente studiato nel gatto 1'innervazione del polmone, prendendo specificatamente in considerazione le modalità di innervazione del diversi elementi strutturali del parenchima, e il progressive cambiamento di forma delle cellule nervose simpatiche durante l'accrescimento e la senescenza.Gli AA. hanno inoltre studiato il comportamento del metasimpatico polmonare in condizioni di alterata funzionalità (polmone residuo dopo lobectomia e pneumonectomia sperimentali).I risultati più salienti possono essere cosi riassunti: sono stati osservati con particolare attenzione i corpuscoli nervosi terminali di natura sensitiva nelle diverse sedi (ghiandole, epitelio bronchiale, parete dei vasi sanguigni, guaina miocardica delle vene polmonari). Qusti dati, oltre che importanti dal lato morfologico, rappresentano la base anatomica per una esatta interpretazione di molti fenomeni di osservazione clinica: regolazione della dinamica circolatoria, dolore viscerale, riflessi partenti dal peduncolo polmonare e dalla regione dell'ilo.Nelle cellule nervose dei gangli intrapolmonari di soggetti normali si attua una crescita postnatale, che in genere è apparsa di lieve grado. Le modificazioni più salienti, cui vanno incontro i neuroni simpatici polmonari, sono espresse dall'aumento in volume del pirenoforo e dalla comparsa di dendriti, peraltro non molto numerosi.Il processo della complicazione morfologica delle cellule del metasimpatico polmonare avviene seguendo le stesse modalità, sia nell'accrescimento e nella senescenza fisiologica che in condizioni di superlavoro realizzate sperimentalmente (lobectomie, pneumonectomie). L'unica sostanziale differenza, fra il decorrere del processo normale e quello svolgentesi nel polmone residuo costretto ad un superlavoro, è data dal ritmo e dal grado delle trasformazioni rispettive: lente e graduali nel primo, concentrate nel tempo e assai spiccate morfologicamente nel secondo. L'aumento in volume del pirenoforo, l'accrescimento rigoglioso dei dendriti e lo sviluppo delle formazioni parafitiche vengono dagli Autori, analogamente a quanto è stato prospettato da altri Ricercatori per i neuroni di altre sedi, considerati nella identica maniera: tali modificazioni strutturali rappresentano cioè il meccanismo attraverso il quale il neurone polmonare perviene ad una maggiore estensione delle sua superficie, realizzando in tal modo un incremento, talora cospicuo, della sua massa, nella forma la più favorevole al suo metabolismo.  相似文献   

16.
Riassunto Nelle presenti richerche vennero studiati comparativamente gli assetti cromosomici dello stipite nordico (Belgio, Germania) e dello stipite meridionale (Campania) della specie Gryllotalpa gryllotalpa L. Tali stipiti, differenti solo per il corredo stesso, ma identici per ogni particolarità morfologica, dimostrarono, all'esame eitologico, di possedere assetti cromosomici l'uno comprendente 12 cromosomi (dieci autosomi e due eterocromosomi), l'altro 15 cromosomi nel maschio (14 autosomi e 1 eterocromosoma).I due assetti parvero riducibili all'identita ammettendo che a quattro coppie (la 2°, la 3°, la 6°, e la 7°) dell'assetto dello stipite meridionale corrispondano due sole coppie nell'assetto dell'altro stipite, come se fosse avvenuto (passando da questo a quello) una frammentazione in parti disuguali degli elementi delle dette coppie. Gli eterocromosomi parrebbero essersi comportati analogamente; ma cosí che quando si supponga una frammentazione per gli autosomi, questi si suppongano agglutinati.Cosí sarebbe dimostrata anche una fondamentale identità anche citologica fra i due stipiti.L'area di distribuzione di essi (prima delle mie ricerche) comprendente Belgio e Germania per lo stipite detto settentrionale con 12 cromosomi e la Campania per 1'altro (con 15 cromosomi nel maschio), si sono ora estese, la prima fino a tutta l'Italia settentrionale, terminando cogli Apennini, la seconda pure fino agli Apennini.  相似文献   

17.
Riassunto

L'A. studia i movimenti degli stami di Berberis in natura: trova che nel bocciolo i movimenti sono dovuti a fatti di diversità di accrescimento e di evoluzione dei singoli tessuti: determina il momento e le condizioni fisiologiche in cui si iniziano e la sensibilità e le proprietà contrattili (movimento rapido): mediante osservazioni di tipo sperimentale prova che il movimento rapido di contrazione e quello lento di estensione non dipende da relazioni umorali o di altro genere tra il filamento e gli altri organi del fiore ma è unicamente proprietà intrinseca della cellula contrattile: basandosi su questo fatto e sui dati ottenuti negli altri lavori riporta ad un unico schema i vari movimenti che lo stame compie da quando ha acquistato la proprietà contrattile fino al suo distacco dall'asse fiorale.  相似文献   

18.
Riassunto

L'A. descrive lo sviluppo del polline e del gametofito femminile in Genista monosperma L., che seguono il tipo normale. Successivamente illustra le prime fasi della embriogenesi, caratterizzata prima del costituitsi di un proembrione di varia ed irregolare conformazione, che si evolve in una informe “massa proembrionale”, di alcune centinaia di cellule ricche di sostanze di riserva, piuttosto vacuolizzate e con spiccati segni di senescenza, poi dall'organizzarsi, nella porzione di questa massa prospicente l'albume, di una vera “area embrionale” subglobosa, che si inizia colla attiva suddivisione poi dall'organizzarsi, nella porzione di questa massa prospicente l'albume, di una vera “area embrionale” subglobosa, che si inizia colla attiva suddivisione di alcune cellule proembrionali. Questa area si evolvera poi nel definitivo embrione, al quale i resti della massa proembrionale fanno in certo senso da sospensore. Considerato poi che questa leguminosa, i cui ovari contegono sempre numerosi ovuli (in media 6–7), raggiunge maturita una rigorosa monosperima, cerca di individuare il processo ed il momento in cui si determina tale monospermia. Scalature nella maturazione dei gametofiti e nella fecondazione permettono solo di comprendere una eventuale riduzione nel numero dei semi, non la monospermia; un certo numero di masse proembrionali puo infatti venirsi a formare in un singolo ovario. L'A., rilevato come in questa specie appaia evidente un ritardo tra la spinta umorale che determina la divisione dello zigot e quella che determina l'organizzazione dell'embrione, suppone che quest'ultima colga per prima la massa proembrionale piu matura o comunque in posizione piu favorita; ed avanza quindi e discute l'ipotesi che da tale area embrionale che per prima comincia ad organizzarsi parta una sostanza capace di inibire l'organizzazione di altre aree embionali, onde a degenerazione delle restanti masse proembrionali e la finale monospermia del legume.  相似文献   

19.
Abstract

Studio fitosociologico su alcune foreste di « Liriodendron tulipifera » L. del Tennessee (U.S.A.). – Una serie di rilievi fitosociologici e di osservazioni floristiche ed ecologiche è stata condotta in foreste di latifoglie nel Tennessee orientale, con particolare riguardo a stazioni di Liriodendron tulipifera L. su dolomite di Knox. Nell'elaborazione dei dati dei rilievi ci si è valsi di un calcolatore numerico IBM-1604. Il controllo dell'omogeneità basato sulla « charakteristische Artenkombination » e la distribuzione delle specie in classi di presenza dimostrano che le stazioni di Liriodendron nell'ambiente studiato rappresentano un tipo omogeneo di vegetazione. L'analisi della distribuzione in classi di presenza in questi termini è, a quanto ci risulta, nuova. L'analisi strutturale dimostra una stratificazione molto complessa, con 51% della massa assimilatrice sopra i 25m. Lo spettro biologico rappresenta una forma intermedia fra la foresta di latifoglie settentrionale (es. Minnesota) e la pluvisilva tropicale (America Centrale), con una percentuale particolarmente alta di geofite. La composizione floristica sta in una posizione intermedia fra i Liriodendretalia ed i Quercetalia di KNAPP, e risulta dominata dall'elemento submesofilo. La distribuzione delle specie arboree nei vari strati (da basale ad arboreo) suggerisce una tendenza evolutiva verso una foresta mista di Querce ed Hickories (Carya spp.) accompagnati ad Acer rubrum, Cornus florida, Oxydendron arboreum, Nyssa sylvalica ed Ostrya virginiana. Mancano invece qui le specie strettamente mesofile (Fagus, Acer saccharum, Aesculus octandra, Tilia spp. ecc.) che secondo i dati delle letterature sarebbero le tipiche specie compagne di Liriodendron. Si conclude che la foresta di Liriodendron è il primo stadio forestale della serie che ha per climax la foresta di quercia (« appalachian oak forest ») di ambiente submesico. L'analisi fitosociologica dimostra che, nella fase in cui Liriodendron è pienamente sviluppato, si tratta di una facies transitoria della menzionata « appalachian oak forest », rispetto a cui non sembrano esserci specie differenziali.  相似文献   

20.
Riassunto

Si tratta di altre 40 entità vascolari pi[ugrave] o meno rare nel Vicentino. Sono indicate la loro distribuzione e comportamento nella provincia e la loro presenza o meno in quelle contermini. Alcune entità risultano nuove per il territorio di Vicenza.  相似文献   

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