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1.
Riassunto Furono istituiti confronti, in preparati col metodo Golgi-Cox, tra i caratteri dei neuroni piramidali grandi, medi e piccoli della corteccia cerebrale di Mammiferi di grandezza somatica molto differente, e piú precisamente: cavallo, bue, uomo, scrofa, pecora, capra, cane, gatto, coniglio, cavia, ratto, topo. Nell'uomo fu scelto il campo 4 di Brodmann; negli animali una regione della corteccia presumibilmente corrispondente.Nello stesso materiale fu determinata, in preparati col metodo Nissl, la densità dei neuroni, in modo da poter stabilire il numero dei neuroni per mm3 di corteccia.Furono riscontrate differenze modeste nella grandezza del pericario nei vari animali, incomparabilmente meno accentuate di quelle esistenti nello stesso materiale per i neuroni sprovvisti di dendriti (gangli sensitivi). Sono invece imponenti le differenze nell'estensione dell'arborizzazione dendritica. Tali differenze sono di più alto grado nelle grandi cellule piramidali che nelle medie e nelle piccole; però sono ben evidenti anche in queste ultime.Tra i valori ottenuti nella densità dei neuroni e quanto risulta nei preparati col metodo Golgi sull'estensione dell'arborizzazione dendritica negli animali di grandezza corporea differente, vi è coincidenza nel senso che, quanto più ampio è lo spazio occupato dall'arborizzazione dendritica dei neuroni della corteccia e quanto più numerosi sono i neuriti afferenti e le loro collaterali, tanto minore è la densità dei neuroni.I risultati delle presenti osservazioni si accordano con i recenti reperti col microscopic elettronico, secondo i quali i neuroni, la glia ed i vasi sanguiferi sono fittamente stipati, al punto che le fessure, le quali li separano, sono dell'ordine di grandezza submicroscopica; non esistono, nei centri nervosi, altri componenti al di fuori dei neuroni, della glia e dei vasi.Dedicato al Prof. Giuseppe Levi per il suo 88 compleanno. Ricerche compiute con un contributo del C.N.R.  相似文献   

2.
Riassunto Gli Autori hanno minutamente studiato nel gatto 1'innervazione del polmone, prendendo specificatamente in considerazione le modalità di innervazione del diversi elementi strutturali del parenchima, e il progressive cambiamento di forma delle cellule nervose simpatiche durante l'accrescimento e la senescenza.Gli AA. hanno inoltre studiato il comportamento del metasimpatico polmonare in condizioni di alterata funzionalità (polmone residuo dopo lobectomia e pneumonectomia sperimentali).I risultati più salienti possono essere cosi riassunti: sono stati osservati con particolare attenzione i corpuscoli nervosi terminali di natura sensitiva nelle diverse sedi (ghiandole, epitelio bronchiale, parete dei vasi sanguigni, guaina miocardica delle vene polmonari). Qusti dati, oltre che importanti dal lato morfologico, rappresentano la base anatomica per una esatta interpretazione di molti fenomeni di osservazione clinica: regolazione della dinamica circolatoria, dolore viscerale, riflessi partenti dal peduncolo polmonare e dalla regione dell'ilo.Nelle cellule nervose dei gangli intrapolmonari di soggetti normali si attua una crescita postnatale, che in genere è apparsa di lieve grado. Le modificazioni più salienti, cui vanno incontro i neuroni simpatici polmonari, sono espresse dall'aumento in volume del pirenoforo e dalla comparsa di dendriti, peraltro non molto numerosi.Il processo della complicazione morfologica delle cellule del metasimpatico polmonare avviene seguendo le stesse modalità, sia nell'accrescimento e nella senescenza fisiologica che in condizioni di superlavoro realizzate sperimentalmente (lobectomie, pneumonectomie). L'unica sostanziale differenza, fra il decorrere del processo normale e quello svolgentesi nel polmone residuo costretto ad un superlavoro, è data dal ritmo e dal grado delle trasformazioni rispettive: lente e graduali nel primo, concentrate nel tempo e assai spiccate morfologicamente nel secondo. L'aumento in volume del pirenoforo, l'accrescimento rigoglioso dei dendriti e lo sviluppo delle formazioni parafitiche vengono dagli Autori, analogamente a quanto è stato prospettato da altri Ricercatori per i neuroni di altre sedi, considerati nella identica maniera: tali modificazioni strutturali rappresentano cioè il meccanismo attraverso il quale il neurone polmonare perviene ad una maggiore estensione delle sua superficie, realizzando in tal modo un incremento, talora cospicuo, della sua massa, nella forma la più favorevole al suo metabolismo.  相似文献   

3.
Riassunto L'autore riassume le attuali conoscenze sulla monoginia dei formicidi e discute dell'opportunità di adottare questo termine in luogo di altri preesistenti nella letteratura. Vengono inoltre riferite alcune esperienze in base alle quali è lecito concludere che ilLeptothorax exilis Em. è specie monogina e che questa condizione, nel caso di fusione tra colonie giovani, è assicurata dall'intervento delle operaie. L'aggressività delle operaie nei confronti delle regine estranee non può essere spiegata solo in base alla diversità dell'odore caratteristico del formicaio ed è in stretta correlazione con la presenza della regina madre od anche solo del suo cadavere. Vengono inoltre schematizzati i diversi metodi con cui le formiche si assicurano la monoginia della colonia.
Summary The autor summarizes present knowledge about the monogyny of Formicidae and considers the appropriateness of this term in preference to those hitherto in use. The A. also reports some experiences that lead to the conclusion thatLeptothorax exilis Em. is a monogynic species, a condition which in case of the fusion of young colonies is assured by the intervention of the workers. The aggressive behaviour of the workers toward foreign queens cannot be explained solely by the diversity of the odor characteristic of each colony. It is also in direct relationship with the presence of the queen mother or even just her corpse. The A. outlines the various methods by which ants assure the monogyny of the colony.

Résumé L'auteur résume les connaissances actuelles sur la monogynie des fourmis et discute l'opportunité d'adopter ce terme au lieu des autres préexistants dans la littérature. Il rapporte en outre quelques expériences qui lui permettent de conclure queLeptothorax exilis Em. est une espèce monogyne et que cette condition, en cas de fusion entre jeunes colonies, est assurée par l'intervention des ouvrières. L'hostilité des ouvrières contre les reines étrangères ne peut pas être expliquée par la seule diversité de l'odeur caractéristique du nid et est strictement liée à la présence de la reine mère ou même seulement à celle de morceaux de son cadavre. On fournit enfin un schéma des différentes méthodes avec lesquelles les fourmis assurent la monogynie de la colonie.
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4.
Riassunto La muscolaris mucosae passando dall'esofago allo stomaco presenta una suddivisione e poi uno sfioccamento dei fasci muscolari, che si risolvono in singole file di cellule: queste vanno a costituire una lamina continua espansa in superficie, i cui elementi sono diretti in ogni senso. Da questa lamina, che sulla faccia interna presenta un gran numero di concavità, si staccano gruppi di cellule che circondano a spirale i tubuli ghiandolari, dirigendosi verso la superficie libera della mucosa: la mucosa risulta quindi compenetrata da un dispositivo muscolare, la cui contrazione determina la spremitura delle ghiandole, delle vene e dei linfatici.Nella parte pilorica, dove la muscolaris mucosae è più robusta, in relazione alla riduzione di calibro del viscere le cellule muscolari tendono a riunirsi nuovamente in fascetti diretti in ogni senso. In corrispondenza del piloro le cellule muscolari si riuniscono in fasci a forma di robusti nastri disposti in strati sovrapposti ed assumono nuovamente, come nel cardia, una direzione longitudinale. Contraendosi, esse determinano la formazione di una piega anulare della mucosa, che può ridurre od occludere il lume, con l'effetto di rinforzare o completare o perfezionare l'azione dello sfintere.  相似文献   

5.
C. E. Malan 《Mycopathologia》1943,3(3-4):255-261
Riassunto È descritto un nuovo genere di blastomiceti anascosporei al quale viene dato il nome di Cystidiella in riferimento agli articoli a forma di cistidio che ne sono la principale caratteristica.Si ritiene che questo nuovo genere, nel quadro sistematico dei blastomiceti anascosporei, trovi il suo posto nella tribù, o sottofamiglia, delle Trichosporeae, della famiglia delle Torulopsidaceae, accanto al gen. Trichosporon, col quale ha dei punti di contatto.La specie in base alla quale è descritto questo nuovo genere è stata isolata dal terreno di un campo di segale in montagna, nelle Valli Valdesi del Piemonte (Italia) e ad essa è stato dato il nome di Cystidiella valdensis. Del genere e della specie nuova è data un'accurata descrizione corredata dalle relative diagnosi latine.
Zusammenfassung Es wird eine neue Gattung von anaskosporogenen Sprosspilze beschrieben, der die Name Cystidiella in Bezug auf den kystidienförmigen Arthrosporen, die das hauptsächlichen Kennzeichen darstellen, gegeben wird.Der Verfasser haltet dass im Stamm der anaskosporogenen Sprosspilze die neue Gattung scinen Platz in der Tribus (oder Unterfamilie) Trichosporeae der Familie Torulopsidaceae, neben der Gattung Trichosporon, mit der sie viele Berührungspunkte besitzt, finde.Die neue Art, worüber diese neue Gattung begrundet ist, wurde aus dem Boden eines Roggenfeldes in der Waldenseren Thälern der Piemonte (Italien) isoliert und Cysdidiella valdensis benannt.Man gibt eine ausführliche Beschreibung (mit lateinischen Diagnosen) der neuen Gattung und Art.
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6.
Riassunto

L'A. espone le sue ricerche sulla macroflora di una ventina (fra i quaranta circa visitati) di laghetti e acquitrini dell'Appennino parmense-reggiano; tutti situati sopra i 1000 m. di alt. e, salvo eccezioni, di origine glaciale; dei principali riporta anche il piano topografico, appositamente rilevato, colla indicazione della distribuzione delle piante, qualche illustrazione fotografica, e infine l'insieme dei principali dati geografici. Passa quindi ad esaminare i consorzii floristici prevalenti, trattenendosi su qualche peculiarità di essi nella regione.

Poi, sulla scorta dei dati esistenti intorno alla componentd dei principali clementi floristici rappresentati nella zona, intorno alla loro attuale distribuzione in Italia e sopratutto in confronto con la vegetazione di altri laghetti (già esaurientemente studiati, posti, sia sul versante adriatico [laghi di Mantova] sia su quello tirrenico [lago Sibolla], sia nello stcsso Appennino tosco-modenese) mette in evidenza l'importantc ruolo dei laghetti dell'Appennino parmense-reggiano, come particolarmente atti alla conservazione e al rifugio di elementi microtermici che ivi si arrestano o di poco oltrepassano, saltuariamente, la regione.  相似文献   

7.
Riassunto L'autore ha studiato lo sviluppo in vitro del polmone embrionale di pollo, espiantato a 4 e 5 giorni di incubazione e tenuto in cultura fino ad un massimo di 5 giorni. Il processo di ramificazione dell'albero bronchiale continua in cultura, e puó essere seguito direttamente, mediante l'osservazione della cultura allo stato vivente, fino a che la ramificazione non diviene troppo complicata.L'esame istologico delle culture dimostra la comparsa di fenomeni molto simili a quelli che avvengono nelle condizioni normali di sviluppo, come viene dimostrato dal confronto fra le culture e polmoni di embrioni di pollo dal 5 ° al 10 ° giorni di incubazione. In particolare si sono osservati nelle culture: la secrezione vescicolare dell'epitelio della trachea e dei bronchi, fenomeni di migrazione cellulare attraverso l'epitelio, l'assottigliarsi dell'epitelio verso le ultime ramificazioni corrispondenti ai capillari aeriferi, il distacco di cellule dall'epitelio dei bronchi e dei piccoli rami e la loro caduta nel lume.In confronto allo sviluppo normale si osserva nelle culture una minore rapidità di ramificazione e la scomparsa dei sacchi aeriferi addominali.Ringrazio il Prof. E. Borghese, che ha seguito l'esecuzione della presente ricerca.  相似文献   

8.
Riassunto L'A. con il presente lavoro si propone di riassumere le nostre attuali conoscenze sugli Attinomiceti, discutendo in particolare i seguenti punti: a) l'eterogeneità morfologica e colturale di questi microrganismi; b) necessità di una loro ripartizione in generi diversi; c) l'opportinutà di una nuova classificazione che tenga debito conto di queste nozioni; d) la possibilità di nuovi studi e di nuovi orientamenti nella ricerca. Ciascuno di questi punti é discusso e documentato in quattro parti diverse del lavoro. Parte 1a. — Sono riassunte le conclusioni più significative, a cui sono giunti vari studiosi della morfologia degli Attinomiceti, come l'Orskov e il Jensen che, distinguono tre gruppi, particolarmente documentati.Una ulteriore e piú antica distinzione é suggerita dal carattere di anaerobiosi, sebbene non vi sia un completo accordo nel giudizio di una simile distinzione: l'accettarono il Wright, il Pinoy, Lignières e Spitz, il Puntoni. Wollenweber distinse due sezioni: Aerothrix e Pionnothrix. Parte 2a. — L'A. vi discute in primo luogo a quale dei gruppi distinti in precedenza si debba attribuire la denominazione generica Actinomyces, e necessariamente quali dei ricordati gruppi corrispondano ai generi definibili e con quali termini debbano essere contraddistinti. Parte 3a. - L'A. propone una nuova classificazione degli Actinomycetales, in cui l'emendamento principale consiste nella più rigorosa definizione delle famiglie Actinomycetaceae, nella quale debbono essere incluse le specie producenti spore o conidi. E' creata una sottofamiglia in relazione alle loro affinità per i generi Actinobacterium, Cohnistreptothrix, Proactinomyces, Mycobacterium, e Corynebacterium; essa con il termine Proactinomycoideae fa parte della famiglia Mycobacteriaceae. Nella sottofamiglia Leptothrichioideae sono annoverati quei generi che hanno maggiori affinità con i restanti Schizomiceti. II genere Actinomyces é considerate come il più evoluto e di transizione agli Eumiceti, ma per l'assenza di un nucleo ben definite si deve considerare appartenente agli Schizomiceti. Parte 4a. — L'A. si sofferma ad illustrare i rapporti che questi microrganismi hanno con la patologia e la microbiologia, rilevando che la loro esatta conoscenza con precise diagnosiè grandemente utile a queste scienze. Sono illustrate e discusse le specie note dei singoli generi e rilevate le ulteriori necessità di ricerche sperimentali.  相似文献   

9.
Riassunto L'A. ha studiato il sistema ipotalamo-ipofisario della femmina del Tritone crestato normale e nelle seguenti condizioni sperimentali: lesioni ipotalamiche, ipofisectomia, carico osmotico, allevamento in ambiente secco, trattamento con acetato di rame. Negli animali ipotalamo-lesi in estate o allevati a temperatura artificiale di tipo estivo in inverno, l'A. ha osservato in un primo tempo un aumento dell'attività secretoria nelle cellule del n. m. p., che poi declina per esaurirsi completamente 50 giorni circa dopo Fintervento operatorio, senza che ne segua atrofia cellulare. Il neurosecreto si accumula nel moncone prossimale del f. preottico-ipofisario, le cui fibre lentamente degenerano in direzione pètale. Nella neuroipofisi l'atrofia tissulare e la rarefazione di sostanza neurosecretoria, già apprezzabile dopo 9 giorni, appaiono estremamente spinte dopo 50 giorni circa. L'atrofia della neuroipofisi, la deplezione in essa del neurosecreto, e il calo dell'attività secretoria nelle cellule del n. m. p. sono meno accentuate negli animali allevati, d'inverno, a temperatura naturale.Negli animali ipofisectomizzati l'A. ha osservato che durante la prima settimana l'attività secretoria nelle cellule del n. m. p. tende ad aumentare. Dal 12° giorno in poi lentamente declina, ma non si esaurisce del tutto neppure dopo 36 giorni, ed entro questo termine le cellule secernenti non degenerano. La quantità di neurosecreto entro le fibre del f. preottico-ipofisario è scarsa nei primi tre giorni, aumenta e si mantiene rilevante dal 5° al 12° giorno, e progressivamente poi diminuisce, senza mai scomparire del tutto. In corrispondenza del tuber le fibre del f. preottico-ipofisario degenerano, e in esse si accumula sostanza neurosecretoria. La degenerazione progredisce lentamente in direzione petale.Il carico osmotico (allevamento in soluzione all'1% di cloruro di sodio) tanto in animali integri che in animali ipotalamo-lesi ha portato, nel corso di 10 giorni, alla degenerazione delle cellule neurosecernenti del n. m. p., ad una forte diminuzione del neurosecreto entro gli assoni del f. preottico-ipofisario e ad una netta deplezione della colloide neuroipofisaria, non accompagnata da mitosi nei piuiciti.Del pari l'allevamento in ambiente secco ha determinato solo in un primo tempo un'esaltazione dei fenomeni neurosecretori nelle cellule del n. m. p. e un incremento dei fenomeni di trasporto lungo la via neurosecretoria; in un secondo tempo però subentrano fatti degenerativi a carico delle cellule secernenti e una più o meno marcata deplezione della colloide nella neuroipofisi.Infine gli effetti ottenuti con iniezioni di acetato di rame sono troppo poco netti per autorizzare qualsiasi deduzione.  相似文献   

10.
Riassunto Allo scopo di studiare le ripercussioni di profondi mutamenti delle condizioni meccaniche ambientali sulla differenziazione e l'accrescimento della cartilagine della sclera, si determinÒ in una serie di embrioni di polio al 40 giorno di incubazione un collasso dell'abbozzo dell'occhio destro. In conseguenza del collasso, il bulbo oculare, i cui singoli costituenti si differenziano in modo tipico, si accresce in misura considerevolmente ridotta in confronto all'occhio dell'altro lato, il cui sviluppo non fu turbato. Già due giorni dopo il collasso del calice retinico, il mesenchima che lo circonda e che è destinato a differenziarsi in gran parte nella cartilagine della sclera, costituisce una massa più spessa che di norma ma assai meno estesa in superficie.A partire dalla fine del 60 giorno d'incubazione, tale mesenchima si differenzia in cartilagine; in quest'ultima le cellule sono più addensate dal lato leso che da quello indenne. La densità dei condrociti per unità di volume di cartilagine non muta in modo significativo durante tutto lo sviluppo embrionale. La percentuale di condrociti in mitosi nella sclera dell'occhio ridotto, decresce un po' più rapidamente che nella sclera normale a partire dal momento nel quale inizia la differenziazione dell'abbozzo della sclera in cartilagine; invece, la sintesi di solfato di condroitina nella sostanza intercellulare, saggiata con lo studio dell'incorporazione di radiosolfo per un periodo di 24 ore, non presenta differenze apprezzabili nella sclera dell'occhio ridotto in confronto a quello che si accresce normalmente.La quantità assoluta di cartilagine che costituisce la sclera dell'occhio ridotto è considerevolmente minore di quella dell'occhio normale. Risulta dalle presenti ricerche che la differenza nell'accrescimento fra le sclere dei due occhi dipende non da variazioni dell'accrescimento interno ma da una cospicua riduzione dell'accrescimento apposizionale della sclera dell'occhio ridotto, sopratutto in corrispondenza del margine laterale della sclera al limite con la cornea (limbo sclerocorneale). In altre parole, nell'occhio ridotto vengono a mancare le condizioni meccaniche indispensabili per la progressiva estensione in superficie della sclera, la quale è dovuta ad un intenso accrescimento apposizionale al margine sclero-corneale.
Zusammenfassung Ziel vorliegender Untersuchungen war es, die Folgen von starken Veränderungen der mechanischen Bedingungen des Milieus auf die Differenzierung und auf das Wachstum des Skleralknorpels festzustellen. Bei einer Serie von Hühnerembryonen wurde am 4. Bebrütungstage ein Kollaps der rechten Augenanlage veranla\t. Während die Differenzierung der einzelnen Bestandteile durch den Kollaps des Augapfels nicht beeinträchtigt wurde, war sein Wachstum erheblich reduziert, in Vergleich mit dem des gegenseitigen Augapfels, dessen Wachstum ungestört war. Schon 2 Tage nach dem Kollaps des Augenbechers kommt es zu starken Veränderungen in der Form des umgebenden Mesenchyms, welches sich grö\tenteils zum Skleralknorpel differenzieren soll; die Mesenchymmasse wird plumper; ihre Flächenausdehnung wird erheblich reduziert. Vom Ende des 6. Bebrütungstages ab differenziert sich das Skleramesenchym zu Knorpel, in dem die Zellen im Vergleich zur unversehrten Seite verdichtet erscheinen. Die Dichtigkeit der Knorpelzellen je Volumeneinheit von Knorpel bleibt während der ganzen Entwicklung des operierten Embryos unverändert. Der Prozentsatz der Mitosen der Knorpelzellen in der Sklera des reduzierten Auges sinkt in Vergleich mit der normalen Sklera von dem Moment etwas rascher ab, in dem die Differenzierung der Skleraanlage in Knorpel stattfindet. Dagegen wurden, wenn man die Einverleibung der Menge von Radioschwefel in die Grundsubstanz während einer Periode von 24 Std untersucht, keine nennenswerten Unterschiede im Skleralknorpel des operierten Auges in Vergleich zu dem des gegenseitigen Auges konstatiert; dadurch wird bewiesen, da\ die Synthese von Chondroitinschwefelsäure in der Knorpelgrundsubstanz durch die Reduktion der Sklera nicht beeinträchtigt wird.Es ergibt sich aus vorliegenden Untersuchungen, da\ die absolute Menge des Knorpels der Sklera in Vergleich mit dem normalen Auge erheblich reduziert wird; doch hängt die Reduktion nicht von einer Verminderung im inneren Wachstum ab, sondern von der Reduktion des appositionellen Wachstums in der Sklera des reduzierten Auges, besonders am lateralen Rande der Sklera, an der Grenze mit der Hornhaut (Limbus Corneae). Kurz, es fehlen im reduzierten Auge die mechanischen Bedingungen für die progressive Ausdehnung in der Fläche der Sklera, welche durch ein intensives appositionelles Wachstum am Limbus Corneae hervorgebracht wird.
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11.
Riassunto E' stata studiata l'istogenesi e l'istochimica della ghiandola sottomandibolare e sottolinguale di embrione di topo, in condizioni di sviluppo normale e in cultura organotipica in vitro. In condizioni normali l'attività secretrice diviene dimostrabile con mezzi istochimici al 16 giorno di gestazione, come materiale intracellulare. La secrezione presenta fino dall'inizio reazione positiva ai metodi del PAS e di Hale, ed è colorabile col blu alcian. Al 17 giorno compaiono fra le due ghiandole differenze nell'aspetto morfologico del secreto, nell'intensità delle suddette reazioni istochimiche, e nel comportamento rispetto al blu di toluidina che dopo solfatazione dà colorazione metacromatica nella sottolinguale, ma non nella sottomandibolare. Ciò indica che il componente polisaccaridico del secreto ha caratteristiche un po' diverse nelle due ghiandole.Sono state eseguite culture in vitro di ghiandole al 13 giorno di gestazione, su un coagulo di plasma e di estratto embrionale di pollo. Al momento dell'espianto, esse sono all'inizio della loro differenziazione, e sono formate ciascuna da un cordoncino epiteliale e da una gemma solida, entro una comune capsula mesenchimale. Il processo di ramificazione si svolge più lentamente che in vivo, ma la secrezione compare alla stessa età totale. Le ghiandole si sono sviluppate in vitro per 10 giorni e le loro caratteristiche istochimiche sono apparse eguali a quelle che si osservano in condizioni normali di sviluppo.
Summary Histogenesis and histochemistry of submandibular and sublingual glands of mouse embryo were studied both during normal development and in vitro. In normal conditions secretory activity becomes detectable by histochemical methods at the 16th day of gestation as intracellular material. From the start, secretion shows a positive reaction to the PAS and Hale's method, and stains with alcian blue. At the 17th day differences may be shown between the two glands in the morphological features of the secretion, in the intensity of the above said histochemical reactions, and in the behaviour towards toluidine blue, which after sulfation gives metachromatic staining in the sublingual, but not in the submandibular gland. This indicates that the polysaccharidic component of the secretion has different characters in the two glands.Cultures in vitro were made of glands at the 13th day of gestation, on a clot of chicken plasma and embryo extract. At explantation time, they are just beginning their differentiation, and both consist of an epithelial cord and a solid bud, contained in a common mesenchymal capsule. The ramification process goes on at a slower rate in vitro than in vivo, but secretion appears at the same total age. The glands developed in vitro for 10 days and their histochemical features appeared to be comparable to those which were observed in normal developmental conditions.


Lavoro eseguito coi mezzi forniti da contratti di ricerca dell'U.S.A.E.C. (NYO-3355-10) e dell'Euratom (043-65-1 BIO I) e con un contributo del C.N.R.  相似文献   

12.
At altitudes between 1300 m to 2100 m in the Etna massif (Sicily), an endemic species of theBetula genus,Betula aetnensis Rafin, grows in a well-defined microclimatical context. Aboveground biomass and nutrient content studies within one stand revealed no significant differences from the otherBetula species, normally found in colder more temperate climate regions.Throughout the studied sites, biomass production, nutrient cycling and various structural or physiological characteristics (leaf area index) varied very little.Other researches indicate that the originality ofBetula aetnensis lies more in the histological or anatomical characteristics of its water conducting system which enables the species to adapt to Mediterranean-climate summer droughts in the Etna massif.
Riassunto Sull'Etna, tra 1300 e 2100 m d'altitudine, in una zona microclimaticamente ben definita del versante nordorientale, si rinviene laBetula aetnensis Rafin.Dallo studio della fitomassa e della mineralomassa aerea del bosco di Monte Baracca, è emerso che non vi sono differenze notevoli con le altre specie indagate del genereBetula, più caratteristiche dei climi temperati e freddi.La produzione di biomassa, cosi come la gestione degli elementi nutritivi, è molto simile ai diversi popolamenti già indagati, cosi come certe caratteistiche strutturali e fisiologiche (leaf area index).L'originalità dellaBetula aetnensis è da ricercarsi nel vantaggio che ne ricava, a livello endogeno, sfruttando le caratteristiche istologiche ed anatomiche del suo apparato conduttore, che le consentono un efficace ed eccellente adattamento alle condizioni di siccità estive particolari del clima mediterraneo del vulcano.
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13.
    
Conclusioni Il digiuno non produce modificazioni notevoli della pressione sanguigua, la quale anche nel digiuno completo venne spesso trovata molto elevata.L'aumento di pressione determinato dall' adrenalina è di solito, non sempre, minore nel digiuno che nello stato normale: invece l'iniezione di glucosio determina l'ordinario aumento di pressione, per cui l'azione cardiaca si deve considerare integra e si tratta di modificazioni dell'eccitabilità del sistema vascolare. Modificazioni che si possono attribuire solo in parte a diminuita eccitabilità delle fibre vasomotorie del simpatico, le quali rispondono ancora allo stimolo elettrico quantunque in grado minore. Si può ritenere che in seguito all'ispessimento della massa liquida, all adattamento del contenente al contenuto, l'adrenalina non possa determinare che limitati aumenti di pressione.Le reazioni vasomotorie prodotte dall'asfissia sono più deboli dopo il digiuno.Le condizioni di eccitabilità del vago, variano e lo stato di nutrizione dell'animale esercita senza dubbio una notevole influenza sull'eccitabilità stessa, che si spegne del tutto nell'inanizione avanzata. Però il digiuno per se stesso in cani prima robusti accresce piuttosto l'eccitabilità del vago. Il taglio ambilaterale dei vaghi in cani a digiuno è seguito di solito da un aumento grande di pressione, quasi maggiore dell'ordinario.L'eccitabilità del vago e del simpatico si può attribuire a modificazioni della normale combinazione dei joni: essi determinano una modificazione della distribuzione degli elettroliti nelle membrane cellulari.  相似文献   

14.
The Norian portion of the Costa dei Frascari succession (Matese Mountains, northern Campania) provides an example of a calcareous algae association dominated by the family Pseudoudoteaceae; subordinately, Gymnocodiaceae and Dasycladaceae also occur. The present study deals with the record of Garwoodia maxima Dragastan, Garwoodia toomeyi Dragastan, Pseudoudotea magna Dragastan et al., Jabrianella sp., and Asterocalculus heraki Sokac and Grgasovic, from the open-lagoon carbonate deposits which were referred to the portion of the Norian below the Triasina hantkeni Zone.Riassunto. Vengono presentati i risultati di uno studio sistematico condotto sulle alghe calcaree del Norico dei Monti del Matese (Campania settentrionale), per la prima volta segnalate in Italia. La ricca associazione è composta da prevalenti pseudoudoteacee e precisamente: Garwoodia maxima, Garwoodia toomeji, Pseudoudotea magna, Jabrianella sp., oltre a Asterocalculus heraki, Heteroporella zankli e Probolocuspis espakhensis, recentemente attribuito alle Dasycladales da Senowbari-Daryan and Majidifard. I campioni analizzati provengono dalla porzione inferiore della successione della Costa dei Frascari (versante meridionale dei Monti del Matese) i cui 160 m basali sono costituiti da prevalenti calcari granulo-sostenuti e da rare intercalazioni di calcari fango-sostenuti, talora loferitici, spesso dolomitizzati e stromatolitici. Labbondanza di antozoi, chetetidi, gasteropodi di grandi dimensioni e, in particolare, di resti di echinodermi indica che tali sedimenti si sono deposti in un ambiente di open-lagoon caratterizzato da continui scambi con il mare aperto che garantivano condizioni di salinità e ossigenazione delle acque idonee a questo tipo di organismi. In base allassociazione micropaleontologica e considerata lassenza di Triasina hantkeni e di Griphoporella curvata, la cui comparsa avviene a circa 160 m dalla base della successione, questi sedimenti sono stati riferiti alla porzione di Norico sottostante la Zona a Triasina hantkeni (sensu Marcoux et al. 1993).  相似文献   

15.
Riassunto Dopo la discussione del metodo per la fissazione in toto del ventricolo sinistro a differenti pressioni passive di riempimento vengono riportati i dati biometrici ultrastrutturali della componente contrattile, dei mitocondri e del sistema trasversale del reticolo delle cellule miocardiche.L'aumento della pressione intraventricolare determina un rapido allungamento del sarcomero che raggiunge il valore di 2,2 a 10 mm Hg mentre il suo incremento è proporzionalmente minore ad elevate pressioni passive.Le miocellule degli strati sottoendocardici allo stesso livello pressorio sono inoltre maggiormente distese rispetto a quelle degli altri strati. Dall'analisi dei grafici relativi alle curve tensione/lunghezza e tensione/volume, risulta, inoltre, che l'allungamento dei sarcomeri è solo parzialmente responsabile dell'aumento della capacità ventricolare, per cui si può supporre che avvenga un nuovo ordinamento spaziale dei vari fasci nel contesto della parete.La distensibilitá passiva del sarcomero, qualora sia rapportata a precisi dati anatomo funzionali della cavità ventricolare, può essere ritenuta un valido modello per lo studio della contrattilità miocardica in condizioni normali e patologiche.
Ultrastructural bases of myocardial contractility: the passive distensibility of the sarcomere, as an index of ventricular function
Summary Having described a method of total fixation of the left ventricle at different levels of passive pressure, the Authors refer about biometrical and ultrastructural data of the contractile component, the mitochondria and the transversal reticular system of the heart muscle cells.The raise of pressure in the ventricle determines a rapid increase of the sarcomere length, which can reach the value of 2,2 at a pressure of 10 mmHg. However, with higher passive pressures, a proportional minor increase of the sarcomere is found.With the same pressure, the myocells situated directly under the endocardium, became more distended than the myocells situated further in the myocard.From the analysis of the diagrams tension/length and tension/volume follows that the increase of the sarcomere is only partially responsible for the augmentation of the ventricular capacity. It is therefore possible that at the same time a new spatial arrangement of the fibres occurs.The passive distensibility, studied under any functional and anatomical condition of the ventricle, may be considered a valuable in vitro model for the study of the myocardial contractility under physiological as well as pathological conditions.


La ricerca è stata eseguita con i fondi del C.N. R.  相似文献   

16.
Riassunto L'esame di tabacchi tipo Kentucky e Maryland in fermentazione ripetuto più volte nel corso di oltre un decennio ha mostrato che la microflora blastomicetia di essi è da ritenersi rappresentata da specie riferibili al Gen.Debaryomyces. Quelli isolati dal tabacco Kentucky in fermentazione, per la produzione dei sigari toscani, sono stati descritti comeDeb. nicotianae n. sp., altri stipiti come una varietà di questa, denominataDeb. nicotianae var.minor. Anche dal tabacco Maryland in fermentazione furono isolate forme riportabili alGen. Debaryomyces. Due di queste sono descritte comeDeb. MaryIandii n. sp. eDeb. Cavensis n. sp., una terza fu identificata colDeb. Matruchoti GRIGORAKI et PEJU. Lo sviluppo di questi lieviti è molto numeroso, raggiunge durante la fermentazione dei tabacchi le cifre da centinaia di migliaia ad alcune decine di milioni per gr. di tabacco sostanza secca. Nel tabacco Kentucky, in fase di fermentazione per sigari toscani, lo sviluppo si verifica nei primi stadi fermentativi ed è capace di avverarsi anche nell'interno dei itessuti fogliari; col procedere della fermentazione diminuisce rapidamente e quindi cessa. Altri rappresentanti della flora blastomicetica ma in scarsissimo numero, tale da non attribuirgli importanza pratica, sono dei lieviti asporigeni a pigmento rosa-rosso riferibili al Gen.Rhodothorula HARRISON. Di quattro stipiti isolati due di essi sono considerati una nuova varietà della Rhod.mucillaginosa (JORG). HARRISON e denominata quale var.Kentuckyi, un altro stipiti un'altra varietià della stessa specie designata come car.Scafatii, e il quarto stipite una nuova specie denominataRhod. polimorpha. Infine vengono svolte delle considerazioni sugli effetti che possono determinare le aggiunte di colture di lieviti ai tabacchi.
SummaryBlastomycetic microflora of tobaccos The study of fermenting tobaccos of the Kentucky and Maryland types, often repeated in the course of ten years, could demonstrate that their blastomycetic microflora is to be considered as typified by species belonging to theDebaryomyces genus. The ones isolated by the Kentucky tobacco during its fermentation for the production of,toscani cigars have been referred to asD. nicotianae, n. sp.; other strains as a variety of the former:D. nicotianae var.minor. Also by the fermenting Maryland tobacco have been ae isolated forms likely to be annexed toDebaryomyces gen. Two of the laater have been referred to asD. Marylandi n. sp. andD. Cavensis n. sp.; a third one has been identified asD. Matruchoti Grigoraki et Peju.The growth of these yeasts is quite fair and reaches, during the fermentation, numbers of hundreds of thousands and even tens of millions of blastospores per gram of dry substance.Other blastomycetes, considered however of a very little importance because of their neglectable number, belong to the genusRhodotorula Harrison. Two of them are a variety ofR. mucillaginosa (Jörg.) Harrison:R. mucillaginosa var.Kentucky; another is theR. mucillaginosa var.Scafatii; a fourth strain is typified byRhodotorula polimorpha.


Crediamo opportune inserire nella presente rivista questo lavoro riassuntivo del Prof. GIOVANNOZZI sulla flora dei lieviti del tabacco-cui si è specialmente dedicatoper i possibili nessi epidemiologici tra le blastomicosi umane e tale flora. Dimostrata, ormal, la scarsa o nulla specificità dei lieviti usuali per l'uomo, e i sempre più frequenti nessi tra flora blastomicetica dell'ambiente e forme patogene per l'uomo e gli animali, appare evidente il notevole interesse che sempre offrono gli studi intesi a mettere in evidenza i lieviti esistenti nelle sostanze usualmente a contatto con l'uomo (N. d. R.)  相似文献   

17.
Riassunto La presente ricerca ultrastrutturistica è stata condotta sulle ghiandole che secernono l'ooteca nella femmina degli Ortotteri Acridoidei, dei Blattoidei e dei Mantoidei. Questi tre gruppi sono i soli, fra gli Ortotteroidei, che secernono ooteche indurite e complesse, ma mentre nei Blattoidei e Mantoidei alla secrezione presiedono le primitive ghiandole colleteriche, che sboccano nell'ovidutto impari, negli Acridoidei, che sono di più recente comparsa e (fra gli Ortotteri) i più recentemente evoluti, la secrezione è opera di due diverticoli degli ovidutti pari (ghiandole pseudocolleteriche) che sostituiscono le vere colleteriche perdute lungo la filogenesi dell'ordine Orthoptera. La ultrastruttura delle ghiandole pseudocolleteriche è infatti quella di un tipico organo di recente acquisizione: le due ghiandole sono uguali fra loro, e composte di cellule simili per la intera lunghezza, che secernono tutti i prodotti costituenti l'ooteca: enzimi, proteine strutturali, polisaccaridi.Le due ghiandole colleteriche degli Ortotteroidei più antichi, i Blattoidei, sono invece diverse fra di loro: la sinistra differenzia due tratti secretori: uno ricco di ergastoplasma (che elabora proteine strutturali) ed uno di mitocondri (che elabora una fenolossidasi); la destra pure due tratti, uno con prevalente ergastoplasma (secretore di -glucosidasi) ed uno con abbondanti Golgi e granuli glucidici (elaboratore di un polisaccaride).Nei Mantoidei vi sono 5 ghiandole: una coppia, costituite da numerosi tubuli, che elaborano, da un abbondante ergastoplasma, un secreto protidico e glucidico; una seconda coppia (ramificate e suddivise ciascuna in due diversi tratti) che secernono a monte una ossidasi (sono simili al tratto ricco di mitocondri della sinistra di Periplaneta) e a valle una glucosidasi (sono simili al tratto ricco di ergastoplasma della destra di Periplaneta). La quinta ghiandola, impari, ha i caratteri degli organi secretori di glucidi e protidi e secerne Calcio che viene aggiunto al secreto.
Summary This paper deals with the ultrastructure of the glands that secrete the ootheca in the female of three groups of the super order Orthopteroidea: Acridoidea, Blattoidea and Mantoidea. Among the Orthopteroidea these three are the only groups that secrete hardened and complex oothecae. Whereas in the Blattoidea and Mantoidea they are secreted by the primitive colleterial glands that open into the unpaired oviduct, in the more recently evolved Acridoidea the secretion is the product of two loops of the paired oviducts (pseudocolleterial glands). These take the place of the colleterial glands lost in the phylogeny of the order. In fact, the ultrastructure of pseudocolleterial glands is typical of recently acquired organs. The two glands are alike and are composed of the same type of cells throughout. These cells secrete all the products that make up the ootheca: enzymes, structural proteins, and polysaccharides.The two colleterial glands of the most ancient of these three groups of Orthopteroidea, the Blattoidea, are diverse. In the left-hand one, zones can be differentiated. One, rich in ergastoplasm, produces structural proteins and the other, rich in mitochondria, produces a phenoloxidase. The gland on the right also consists of zones: one, rich in ergastoplasm, that secretes -glucoxidase, and the other, with abundant Golgi elements and glucidic granules, that elaborates a polysaccharide.In the Mantoidea there are five glands. One pair is made up of numerous tubules that produce a glucidic and proteinaceous secretion from copious ergastoplasm. In a second pair each gland is branched and subdivided into two diverse parts. The zone at the origin of the gland (like the left-hand zone of Periplaneta rich in mitochondria) secretes an oxidase, whereas the distal portion (like the right-hand zone of Periplaneta, rich in ergastoplasm) secretes a glucoxidase. The fifth gland, unpaired, has the characteristics of an organ that elaborates carbohydrates and proteins and releases calcium, which is added to the secretion.


Research performed under C.N.R. contract.  相似文献   

18.
Riassunto Nella zona mediterranea i pollini piùfrequentemente responsabili di allergia respiratoria sono:Parietaria, Graminaceae, Compositae, Platanus, Betulaceae. Recentemente è stata osservata una frequente sensibilizzazione anche al polline diCupressaceae, Ambrosia eChenopodiaceae. Alcuni autori riferiscono che nel Nord Africa la concentrazione di polline di Chenopodiaceae è circa 20 volte maggiore rispetto alla zona mediterranea. Scopo del presente lavoro è quello di studiare le caratteristiche morfologiche del polline diSalsola; nonché la distribuzione della pianta in Italia e di valutarne la frequenza di sensibilizzazione in una popolazione di pazienti allergici. Sono stati studiati 436 pazienti di cui 343 positivi al Prick test per i più comuni allergeni della zona (Parietaria, Graminacee, Olea europaea, Compositae, eSalsola kali) e 90 soggetti negativi. Per la caratterizzazione morfopollinica è stata utilizzata le tecnica di Erdtman. E'stato dimostrato come la sensibilizzazione alla.S. kali è presente nel 13,7% dei casi, sempre in associazione con altri tipi di pollini, tranne in un solo caso di sensibilizzazione isolata. Si sottolinea quindi l'importanza che può rivestire nella nostra penisola la sensibilizzazione alla Salsola, resta da verificare l'incidenza di questo polline nei campionamenti atmosferici.
Summary The pollen morphology of the genusSalsola L. (Chenopodiaceae) and the distribution of the plant in Italy was described and frequency of sensitization in a population of allergic patients was studied. Sensitization toSalsola was present in 13,7% of 343 allergic patients. This sensitization was always been observed in association with other pollen except for one case. The importance of this sensitization in the Mediterranean areas was emphasized considering the common frequency ofChenopodiaceae sensitization and the very frequent cross-reactivity within in the same family and betweenChenopodiaceae andAmaranthaceae.
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19.
Riassunto

L'A. studia le modalità della perdita di acqua delle. cellule vegetali in via di essiccamento. In questa ricerca di fisiologia cellulare, condotta per via sperimentale e per esame citologic, I'A. dimostra come la perdita di acqua si verifichi nella cellula in stadi distinti corrispondenti alla distini corrispondenti alla disidratazione dei singoli organiti della cellula e alle diverse forme nelle quali l'acqua si trova presente nella cellula stessa. Una parte principalissima ha, in questa disidratazione, il muco-proteide, il nuovo costituente fondamentale del protoplama recentemente scoperto e illustrato dall'A. Egli dimonstra come le differenti fasi di smescolamento pi[ugrave] o meno avanzato, in cui si può presentare il mucro-proteide, regolino non solo la perdita d'acqua nell'essiccamento sperimentale, ma regolino altresi tutta l'economia dell'acqua e della soluzioni della pianta vivente, specialmente in quelle sottoposte a regime di xerofilia.  相似文献   

20.
Riassunto Alcuni ceppi di attinomiceti provenienti da diverso isolamento sono stati esaminati in comparazione con altri riferiti a specie o generi noti, onde procedere alla loro identificazione. I criteri diagnostici sono gli stessi di cui a precedenti nostre pubblicazione.I ceppi in studio sono riferibili a tre generi come da seguito: GenereStreptomyces. Sono riferiti aStreptomyces i ceppi 631 e 725, isolati da suolo, e sono descritti come specie nuovaStreptomyces nobilis sp. nov. Il ceppo 631 costituisce l'olotipo e il ceppo 725 una variante naturale.GenereStreptoverticillium. Viene riferito il ceppo in studio 174. Si è rinunziato ad una identificazione specifica limitando si all'inserimento nella serie Rubrireticuli della quale viene aggiornata la chiave delle specie.GenereNocardia. I ceppi 608 e 669 sono riferiti aNocardia asteroides e il ceppo 535 aProactinomyces (=Nocardia)ruber.
Summary Strains of actinomycetes, isolated from different sources, have been examined comparatively together with cultures of known species and genera, in order to proceed to their identification. The diagnostic criteria followed are those described in previous papers.Our isolates have been referred to the following genera:GenusStreptomyces: to this genus belong our strains 631 and 725, isolated from soil and described as new species,Streptomyces nobilis sp. nov. Strain 631 is considered as the holotype and strain 725 as a natural variant.GenusStreptoverticillium: strain 174 belongs to this genus. No specific identification has been given, but the strain has been enclosed in the Rubrireticuli Series. A new key of the Series is provided.GenusNocardia: strains 608 and 669 are referred toNocardia asteroides, strain 535 toProactinomyces (=Nocardia)ruber.
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