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1.
Riassunto Sono riferiti alcuni reperti istochimici sulle ghiandole calcifere (ghiandole di Morren) di Eisenia foetida.Col metodo v. Kossa hanno assunto una colorazione nera più o meno intensa, oltre gli sferoliti e i romboedri di CaCO3 elaborati dalle ghiandole, anche le assise secernenti.Il metodo Gomori per la fosfatasi alcalina rivela nelle lamine sinciziali delie ghiandole una attività fosfatasica di variabile intensità.La reazione PAS (Metodo McManus) e la reazione Gomori alla fucsina-paraldeide risultano positive nel citoplasma delle cellule esofagee, delle cellule delle cripte in continuità col lume esofageo che rappresentano la porzione anteriore delle ghiandole, e a livello delle fibrille interposte tra sincizio ghiandolare e lacune sanguigne. Specialmente la fucsina-paraldeide mette in rilievo anche la presenza di rare fibrille che attraversando le lacune sanguigne — il cui lume è di calibro molto variabile — ne connettono le pareti. Le stesse reazioni sono negative, tranne per qualche raro granulo, nelle assise secernenti.Il metodo Brachet per gli acidi nucleinici mette in evidenza una pironinofilia di vario grado nel citoplasma del sincizio, visibile sopratutto attorno ai nuclei. Anche i nucleoli, talvolta di dimensioni piuttosto cospicue relativamente alle dimensioni del nucleo, hanno pironinofilia più o meno accentuata, che scompare, come quella del citoplasma, dopo trattamento con ribonucleasi.La colorazione con blu di toluidina a pH diversi o con tempi crescenti di colorazione permette di riconoscere delle granulazioni tenuemente ma nettamente metacromatiche anche a pH più bassi o con trattamenti più brevi, mentre a livello del citoplasma in genere e nel nucleo, la colorazione metacromatica positiva si ha con le soluzioni a pH relativamente più elevato o insorge gradualmente prolungando i tempi di colorazione. La metacromasia delle granulazioni è con tutta probabilità riferibile a mucopolisaccaridi acidi legati ai sali di Ca, mentre la colorazione diffusa del citoplasma è dovuta, verosimilmente, agli acidi nucleinici, la cui presenza è messa in rapporto col processo di continuo, cospicuo rinnovamento del sincizio ghiandolare durante il processo di secrezione.E' stato, infine, messo in evidenza, a conferma di osservazioni precedenti (Massal, 1929) la presenza nelle lamine secernenti di numerosissimi condriosomi filamentosi, disposti regolarmente, che conferiscono alle assise ghiandolari una struttura finemente striata.Questi reperti sono confrontati con quelli ottenuti con le stesse tecniche dall'A. sull'epitelio del sacco endolinfatico degli Anuri, anch'esso atto ad elaborare sali di Ca.Si sottolinea infine come ghiandole di Morren e sacco endolinfatico, organi appartenenti ad animali sistematicamente tanto lontani, hanno probabilmente, accanto ad alcune reazioni istochimiche comuni, anche funzioni in parte corrispondenti, in quanto in entrambi i casi l'accumulo di CaCO3 potrebbe servire come riserva tampone per il mantenimento del pH normale del sangue.  相似文献   

2.
Riassunto Con metodi istochimici e con metodi di colorazione e di impregnazione per il tessuto gliale fu studiato il materiale intercellulare interposto ai neuroni e fibre nervose nel nevrasse di anfibi urodeli ed anuri (Triton taeniatus, Triton cristatus, Amblystoma mexicanum, Xenopus laevis, Bufo vulgaris, Rana esculenta).I metodi istochimici hanno dimostrato nel materiale interneuronico la esistenza di sostanze del gruppo dei mucopolisaccaridi: esse formano, probabilmente un materiale anisto che dopo fissazione precipita in un reticolo granulare e filamentoso, metacromatico, HOTCHKISS positivo, sensibile all'azione degli enzimi ialuronidasici. Gli studi sui gliociti hanno dimostrato che soltanto nei centri assili degli anfibi anuri esiste una architettura gliovascolare formata prevalentemente da gliociti ependimali: negli altri centri degli anuri e in tutto il nevrasse degli urodeli si trova una rada ed incompleta trama di prolungamenti ependimali con pochi gliociti protoplasmatici siti nella ccmpagine dei centri e sottopiali: le fibre ependimali hanno in questo caso scarsissimi rapporti con i vasi sieche non si può parlare di una vera architettura gliovascolare.Fu dimostrato un sensibile antagonismo fra la intensità delle reazioni istochimiche per la sostanza anista e la complessità delle architétture gliali.Gli autori ritengono esatto definire tutto il materiale interneuronico con il termine di glia proposto dal VIRCHOW: la glia risulta quindi composta da un materiale anisto mucopolisaccaride e dai gliociti riuniti o no in architetture gliovascolari.Dedicate al Prof. F. Baltzer nel suo 70° compleanno.Richerche condotte con il sussidio di fondi del C.N.R.  相似文献   

3.
Riassunto Facendo seguito ad uno studio in microscopia ottica sull'ipofisi della Lacerta s. sicula Raf. durante vari periodi dell'anno, gli AA. espongono, per la stessa specie, i dati ultrastrutturali per le cellule adenoipofisarie, di maschi ancora in periodo di attiva spermatogenesi e di accoppiamento, e di altri castrati e sacrificati dopo 3–4 mesi. In base alla localizzazione nella ghiandola ed alle variazioni dopo castrazione, si distinguono cellule del 1 tipo (STH) con granuli rotondeggianti ed uniformi (circa 310 m ), cellule del 2 tipo (gonadotrope) a granuli polimorfi, cellule del 3 tipo (pure gonadotrope) a granuli tondi e piccoli (150–270 m) e a globuli di 700–800 m, e cellule del 4 tipo a granuli piccoli ed uniformi (100–200 m), di dubbio significato. Presentano dati a favore dell'ipotesi che la condensazione del secreto in forma di granuli avvenga nelle cisterne del Golgi. Osservano fenomeni di degenerazioni cellulari ed aspetti di distruzione citoplasmatica con liberazione di granuli negli spazi tra le cellule. Negli animali castrati notano degranulazione e segni di intensa attività delle cellule del 2 e del 3 tipo, oltre alla comparsa di cellule vacuolizzate, per dilatazione del reticolo endoplasmico ruvido.
The ultrastructure of the pars distalis of the hypophysis in sexually active and castrated males of Lacerta s. sicula Raf
Summary In addition to light microscopic studies on the hypophysis of the lizard, Lacerta s. sicula Raf., during different periods of the year, the authors of this paper explain the ultrastructure of the adenohypophysial cells of normal sexually active male lizards and of castrated lizards. On the basis of the location and the structural variations after castration several hypophysial cell types can be distinguished: Type 1 (STH) with spheroid granules (about 310 m diameter); type 2 with polymorphous glycoprotein granules; type 3 with small round granules (150–270 m diameter) and globules of about 700–800 m diameter (both gonadotropes). A fourth cell type with small uniform granules (diameter about 100–200 m has also been observed; its function is uncertain. A condensation of secretory granules in the Golgi complex and phenomena of cellular degeneration and cytolysis followed by a release of granules into the cellular interstices have been observed. In castrated animals degranulation and signs of an increased activity in the cell types 2 and 3 have been shown. In these animals the cisternae of endoplasmic reticulum become greatly distended.


Lavoro eseguito con il contributo del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Impresa Endocrinologia, e svolto, per le osservazioni, presso il Centro di Studio di Microscopia Elettronica della Facoltà di Scienze dell'Università di Napoli; ringraziamo il Prof. Gianfranco Ghiara per la continua critica costruttiva e il dott. Carlo Taddei per i suggerimenti nelle tecniche di microscopia elettronica.  相似文献   

4.
Riassunto

L'A. mette in rilievo le differenze esistenti fra l'apice dei fusti sotterranei e quello dei fusti aerei di Equisetum ramosissimum Desf. Tali differenze sono : secrezione di abbondante mucillaggine da parte delle cellule dell'epidermide esterna delle guaine pi[ugrave] periferiche che incappucciano l'apice dei rizomi, mentre le cellule epidermiche esterne delle guaine dei fusti aerei si differenziano nello stesso senso delle cellule epidermiche degli internodi; presenza di tricomi nella parte interna delle guaine che incappucciano l'apice del rizoma, tricomi che mancano nelle guaine dei fusti aerei; localizzazione dell'acerescimento in lunghezza al primo internodio del rizoma (quello pi[ugrave] vicino alla gemma apicale), mentre nei fusti aerei l'acerescimento è scaglionato su diversi internodi.

La mucillaggine che viene secreta dalle cellule epidermiche delle guaine del rizoma prende origine direttamente dai granuli d'amido, che sono abbondantissimi e particolarmente grossi in talli cellule all'inizio del processo di formazione della mucillaggine.  相似文献   

5.
Abstract

In questo lavoro abbiamo determinato le caratteristiche di entrata del saccarosio in funzione della sua concentrazione esterna, incubando i pezzi in saccarosio triziato, in condizioni normali e di stress osmotico. Nelle parti apicali l'assorbimento di saccarosio esogeno è lineare in presenza di basse concentrazioni mentre non lo è ad alte concentrazioni. Per quanto riguarda le parti basali la linearità si mantiene per tutte le concentrazioni; inoltre nelle parti apicali l'assorbimento è maggiore che nelle basali e la differenza aumenta all' aumentare delle concentrazioni di saccarosio esterno. Abbiamo poi studiato l'assunzione di saccarosio con osmotici diversi in cui fosse presente anche saccarosio marcato. I risultati ottenuti dimostrano che le parti apicali stressate prendono meno saccarosio dei controlli, mentre nelle basi stressate l'assorbimento, pur essendo inferiore a quello degli apici, è superiore rispetto ai controlli. Le differenze nel trasporto del saccarosio negli apici e nelle basi potrebbero essere spiegate dal fatto che a parità di peso nelle zone apicali ci sono più cellule di dimensioni inferiori che non hanno completato la distensione cellulare e che essendo in attiva crescita sono metabolicamente più attive. Nelle zone basali è invece presente un maggiore numero di cellule morte (xilema completamente differenziato). Questi due fattori potrebbero determinare nelle parti apicali un maggiore assorbimento con prevalenza del trasporto attivo e nelle parti basali un assorbimento inferiore con prevalenza del trasporto per diffusione.  相似文献   

6.
Summary About two dozen specimens of Cyclops magnus were taken from a tundra seepage pool on the island of Amchitka, Alaska. Measurements from these specimens are presented. These measurements contribute further evidence of the reliability of certain spine and setal ratios as a means for differentiating some members of the viridis-vernalis group.
Riassunto Circa due dozzine di esemplari di Cyclops magnus furono raccolte da uno stagno (tundra seepage pool) sulla isola di Amchitka, Alaska. Misure di questi esemplari sono presentati. Queste misure contribuiscono evidenza addizionale che certe proporzioni spinose e setoli sono degne di fiducia per differenziare qualche membro del gruppo viridis-vernalis.


The collection of specimens studied here was made possible through funds provided by the Office of Naval Research.  相似文献   

7.
Riassunto

Lo sviluppo del gametofito femminile di Campsis radicans (L.) Seem. (Bi-gnonaceae) è di tipo normale, monomegasporiale, otto-nucleato. Le cellule somatiche dell'ovulo durante lo sviluppo del gametofito e la loro trasformazione in tessuto nutritizio presentano particolari fenomeni interessanti non solo dal punto di vista morfologico, ma anche da quello microchimico. L'ispessimento attivo della membrana delle cellule dell'ipostasi è preceduto dall'acquisto di un intenso potere cromotropo e di un aspetto mucillaginoso : il passaggio delle sostanze pectiche della membrana cellulare da uno stato di inerzia ad uno di accrescimento coinciderebbe secondo ogni verosimiglianza con l'acquisto di radicali solforici da parte dei loro polisaccaridi. L'amido del gametofito adulto in via di degenerazione acquista un intenso potere cromatropo determinato dai prodotti della sua demolizione  相似文献   

8.
Riassunto Viene riferito su esperimenti condotti in Germania allo scopo di studiare se esiste una eventuale azione competitrice in fatto di nutrimento fra uccelli del bosco e Formiche del gruppoF. rufa e.F. polyctena usate entrambe separatamente come misure di protezione contro gli insetti dannosi alla foresta. Viene documentato che la presenza di colonie delle Formiche determina un aumento degli uccelli del bosco ma sono necessarie ulteriori ricerche per chiarirne le cause.

Herrn Universit?ts-Professor Dr.A. Reichensperger zu seinem 80. Geburtstag gewidmet.  相似文献   

9.
Riassunto Gli Autori hanno minutamente studiato nel gatto 1'innervazione del polmone, prendendo specificatamente in considerazione le modalità di innervazione del diversi elementi strutturali del parenchima, e il progressive cambiamento di forma delle cellule nervose simpatiche durante l'accrescimento e la senescenza.Gli AA. hanno inoltre studiato il comportamento del metasimpatico polmonare in condizioni di alterata funzionalità (polmone residuo dopo lobectomia e pneumonectomia sperimentali).I risultati più salienti possono essere cosi riassunti: sono stati osservati con particolare attenzione i corpuscoli nervosi terminali di natura sensitiva nelle diverse sedi (ghiandole, epitelio bronchiale, parete dei vasi sanguigni, guaina miocardica delle vene polmonari). Qusti dati, oltre che importanti dal lato morfologico, rappresentano la base anatomica per una esatta interpretazione di molti fenomeni di osservazione clinica: regolazione della dinamica circolatoria, dolore viscerale, riflessi partenti dal peduncolo polmonare e dalla regione dell'ilo.Nelle cellule nervose dei gangli intrapolmonari di soggetti normali si attua una crescita postnatale, che in genere è apparsa di lieve grado. Le modificazioni più salienti, cui vanno incontro i neuroni simpatici polmonari, sono espresse dall'aumento in volume del pirenoforo e dalla comparsa di dendriti, peraltro non molto numerosi.Il processo della complicazione morfologica delle cellule del metasimpatico polmonare avviene seguendo le stesse modalità, sia nell'accrescimento e nella senescenza fisiologica che in condizioni di superlavoro realizzate sperimentalmente (lobectomie, pneumonectomie). L'unica sostanziale differenza, fra il decorrere del processo normale e quello svolgentesi nel polmone residuo costretto ad un superlavoro, è data dal ritmo e dal grado delle trasformazioni rispettive: lente e graduali nel primo, concentrate nel tempo e assai spiccate morfologicamente nel secondo. L'aumento in volume del pirenoforo, l'accrescimento rigoglioso dei dendriti e lo sviluppo delle formazioni parafitiche vengono dagli Autori, analogamente a quanto è stato prospettato da altri Ricercatori per i neuroni di altre sedi, considerati nella identica maniera: tali modificazioni strutturali rappresentano cioè il meccanismo attraverso il quale il neurone polmonare perviene ad una maggiore estensione delle sua superficie, realizzando in tal modo un incremento, talora cospicuo, della sua massa, nella forma la più favorevole al suo metabolismo.  相似文献   

10.
Riassunto L'autore ha studiato lo sviluppo in vitro del polmone embrionale di pollo, espiantato a 4 e 5 giorni di incubazione e tenuto in cultura fino ad un massimo di 5 giorni. Il processo di ramificazione dell'albero bronchiale continua in cultura, e puó essere seguito direttamente, mediante l'osservazione della cultura allo stato vivente, fino a che la ramificazione non diviene troppo complicata.L'esame istologico delle culture dimostra la comparsa di fenomeni molto simili a quelli che avvengono nelle condizioni normali di sviluppo, come viene dimostrato dal confronto fra le culture e polmoni di embrioni di pollo dal 5 ° al 10 ° giorni di incubazione. In particolare si sono osservati nelle culture: la secrezione vescicolare dell'epitelio della trachea e dei bronchi, fenomeni di migrazione cellulare attraverso l'epitelio, l'assottigliarsi dell'epitelio verso le ultime ramificazioni corrispondenti ai capillari aeriferi, il distacco di cellule dall'epitelio dei bronchi e dei piccoli rami e la loro caduta nel lume.In confronto allo sviluppo normale si osserva nelle culture una minore rapidità di ramificazione e la scomparsa dei sacchi aeriferi addominali.Ringrazio il Prof. E. Borghese, che ha seguito l'esecuzione della presente ricerca.  相似文献   

11.
Carmela Caruso 《Protoplasma》1939,32(1):169-183
Conclusione Nel primo cenno fugace cheSavelli fece a questi fatti in occasione del suo lavoro sull'eleocloroplasto (3), egli diceva di avere incontrato cellule contenenti sferule incolori solide (ma che in antecedenza avevano dovuto essere liquide), delle stesse dimensioni delle sferule lipidiche degli eleocloroplasti, con le quali « confessava » di averle confuse « pur non riuscendo a trovare al di sotto di esse la coppa stromatica che in tal caso avrebbe dovuto esserci ». Dimostrare l'esistenza di questo stroma, è quello appunto che abbiamo fatto noi; e la constatazione ehe esso è per lo più incolore allarga il quadro di tali manifestazioni. La fusione delle gocciole di secreto lipidico in una massa (che può, in definitiva, apparire unica e grande tanto da poter anche occludere completamente la cavità cellulare), è il lato inatteso che disorienta l'osservatore non prevenuto. Per tutto questo, ed anche per il loro contenuto sterinico, queste concrezioni lipidiche di sicura origine plastidica, valgono in certo modo a confermare che l'abbaglio diMirande circa i pretesi « sterinoplasti » celava un'idea molto migliore dell'osservazione; e provano ancora una volta che in certi casi l'errore è forse una verità troppo presto abbandonata.  相似文献   

12.
Conclusioni Tenendo presenti le conclusioni tratte da ciascun gruppo di queste csperienze di espianto in soluzione diRinger diluita, posso affermare che l'abbozzo (rispettivamente territorio) dell'occhio ha, sia allo stadio di vescicola ottica primaria sia di neurula (docce midollari ampiamente aperte e un poco sollevate), insita in sè stesso la capacità di autodifferenziarsi, di regolarsi, di fondersi con un'altra vescicola ottica (previa asportazione di una parte di ciascun d'esse) e regolarsi, di determinare un cristallino su ectoderma indifferente (inBufo vulgaris), di formare un cristallino dal suo margine irideo (inRana esculenta): infatti esse proprietà si estrinsecano anche oltre che al di fuori dell'influenze degli organi circostanti al di fuori dell'intero organismo.  相似文献   

13.
Riassunto Gli AA. sono riusciti ad isolare, per la prima volta, Schizomiceti cellulositici del genere Cytophaga ed Attinomiceti del genere Actinomyces, dall'intestino delle Termiti. Sono altresí isolate alcune specie fungine, come era già noto. Gli Attinomiceti isolati non dimostrano di possedera capacità di attaccare la cellulosa, analogamente a quanto accade per altri ceppi di diversa provenienza degli stessi microrganismi.Gli AA. confrontano e discutono i loro resultati con quelli di altri AA. tendenti ad attribuire ai Protozoi simbionti delle Termiti una attività cellulositica, che ad essi non sembra sufficientemente provata. Gli AA. ritengono che tale attività si debba, invece, attribuire ai Batteri simbionti dei Protozoi e a quelli aderenti alle pareti dell'intestino delle Termiti stesse.
Summary From the intestinal apparatus of the Termites were isolated, for the first time, cellulositic bacteria of the genus Cytophaga, in addition to ray-fungi of the genus Actinomyces and species of true fungi previously known. The cellulositic activity of Actinomyces has not been, instead, experimentally demostrated.The results obtained are discussed in relation to the presumed cellulositic activity of Protozoa symbiotic of the Termite ants.
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14.
Riassunto L'A. con il presente lavoro si propone di riassumere le nostre attuali conoscenze sugli Attinomiceti, discutendo in particolare i seguenti punti: a) l'eterogeneità morfologica e colturale di questi microrganismi; b) necessità di una loro ripartizione in generi diversi; c) l'opportinutà di una nuova classificazione che tenga debito conto di queste nozioni; d) la possibilità di nuovi studi e di nuovi orientamenti nella ricerca. Ciascuno di questi punti é discusso e documentato in quattro parti diverse del lavoro. Parte 1a. — Sono riassunte le conclusioni più significative, a cui sono giunti vari studiosi della morfologia degli Attinomiceti, come l'Orskov e il Jensen che, distinguono tre gruppi, particolarmente documentati.Una ulteriore e piú antica distinzione é suggerita dal carattere di anaerobiosi, sebbene non vi sia un completo accordo nel giudizio di una simile distinzione: l'accettarono il Wright, il Pinoy, Lignières e Spitz, il Puntoni. Wollenweber distinse due sezioni: Aerothrix e Pionnothrix. Parte 2a. — L'A. vi discute in primo luogo a quale dei gruppi distinti in precedenza si debba attribuire la denominazione generica Actinomyces, e necessariamente quali dei ricordati gruppi corrispondano ai generi definibili e con quali termini debbano essere contraddistinti. Parte 3a. - L'A. propone una nuova classificazione degli Actinomycetales, in cui l'emendamento principale consiste nella più rigorosa definizione delle famiglie Actinomycetaceae, nella quale debbono essere incluse le specie producenti spore o conidi. E' creata una sottofamiglia in relazione alle loro affinità per i generi Actinobacterium, Cohnistreptothrix, Proactinomyces, Mycobacterium, e Corynebacterium; essa con il termine Proactinomycoideae fa parte della famiglia Mycobacteriaceae. Nella sottofamiglia Leptothrichioideae sono annoverati quei generi che hanno maggiori affinità con i restanti Schizomiceti. II genere Actinomyces é considerate come il più evoluto e di transizione agli Eumiceti, ma per l'assenza di un nucleo ben definite si deve considerare appartenente agli Schizomiceti. Parte 4a. — L'A. si sofferma ad illustrare i rapporti che questi microrganismi hanno con la patologia e la microbiologia, rilevando che la loro esatta conoscenza con precise diagnosiè grandemente utile a queste scienze. Sono illustrate e discusse le specie note dei singoli generi e rilevate le ulteriori necessità di ricerche sperimentali.  相似文献   

15.
Sommario L, A. ha ripreso il tentativo di isolate dalle cellule del corpo adiposo delle blatte (Periplaneta orientalis e Blattella germanica) i simbionti con lo scopo di determinarue la natura. I1 tentativo è fallito; lo studio è stato condotto su 40 ovoteche di Periplaneta orientalis; le colture hanno dato in una percentuale altissima l'isolamento di uno schizomicete che entra nel gruppo del B. subtilis e l'isolamento di due funghi lievitiformi. Da sei ovoteche sono state isolate cinque volte unaTorulopsis sp. e una volta laCandida Zeylanoides (Cast.) Lang. et Guerra.L'A. ritiene che questi funghi lievitiformi derivino dalla flora della cavità s matica della Blatta, frequentemente inquinata e che passino facilmente nelle ovoteche.
Summary Yeast-like fungi isolated from the oothecas of Periplaneta orientalis The A. retook the attempt of isolating from the cells of the fatty body of beetles (Periplaneta orientalis and Blattella germanica) their simbionts, in order to enlight their nature. The attempt failed; the study has been performed on 40 oothecas of Periplaneta orientalis; the cultures allowed in a highest rate the isolation of a schyzomycetes belonging to the B. subtilis group, and the isolation of two yeast-like fungi. From 6 oothecas have been isolated five times aTorulopsis sp. and once theCandida Zeylanoides (Cast.) Lang. et Guerra.The A. thinks these yeast-like fungi to come from the flora of the often polluted celomatic cavity of beetles from which they might pass, easily, in the oothecas.
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16.
Riassunto Furono istituiti confronti, in preparati col metodo Golgi-Cox, tra i caratteri dei neuroni piramidali grandi, medi e piccoli della corteccia cerebrale di Mammiferi di grandezza somatica molto differente, e piú precisamente: cavallo, bue, uomo, scrofa, pecora, capra, cane, gatto, coniglio, cavia, ratto, topo. Nell'uomo fu scelto il campo 4 di Brodmann; negli animali una regione della corteccia presumibilmente corrispondente.Nello stesso materiale fu determinata, in preparati col metodo Nissl, la densità dei neuroni, in modo da poter stabilire il numero dei neuroni per mm3 di corteccia.Furono riscontrate differenze modeste nella grandezza del pericario nei vari animali, incomparabilmente meno accentuate di quelle esistenti nello stesso materiale per i neuroni sprovvisti di dendriti (gangli sensitivi). Sono invece imponenti le differenze nell'estensione dell'arborizzazione dendritica. Tali differenze sono di più alto grado nelle grandi cellule piramidali che nelle medie e nelle piccole; però sono ben evidenti anche in queste ultime.Tra i valori ottenuti nella densità dei neuroni e quanto risulta nei preparati col metodo Golgi sull'estensione dell'arborizzazione dendritica negli animali di grandezza corporea differente, vi è coincidenza nel senso che, quanto più ampio è lo spazio occupato dall'arborizzazione dendritica dei neuroni della corteccia e quanto più numerosi sono i neuriti afferenti e le loro collaterali, tanto minore è la densità dei neuroni.I risultati delle presenti osservazioni si accordano con i recenti reperti col microscopic elettronico, secondo i quali i neuroni, la glia ed i vasi sanguiferi sono fittamente stipati, al punto che le fessure, le quali li separano, sono dell'ordine di grandezza submicroscopica; non esistono, nei centri nervosi, altri componenti al di fuori dei neuroni, della glia e dei vasi.Dedicato al Prof. Giuseppe Levi per il suo 88 compleanno. Ricerche compiute con un contributo del C.N.R.  相似文献   

17.
Riassunto L'autore ha studiato l'ultrastruttura dell'ectoderma dell'area embrionale nel blastoderma di polio.L'ectoderma è formato medialmente, presso la linea primitiva, da alcuni strati di cellule; lateralmente è costituito da una sola fila di cellule. Esso appoggia sulla membrana basale che ha uno spessore di 250 Å.Le cellule sono connesse tra loro da giunzioni del tipo della zonula adhaerens e del tipo della zonula occludens solo presso il contorno superiore dell'ectoderma; in basso sono invece separate da ampi spazi.Nella parte mediale dell'ectoderma, dove questo è pluristratificato, numerosi vacuoli di assorbimento dell'albume si trovano sulla superficie alta; essi sono sempre situati sopra una zonula adhaerens e sono formati dai lembi citoplasmatici di due cellule contigue. L'autore avanza l'ipotesi che nei vacuoli l'acqua dell'albume si separi dalla componente solida e scenda poi negli spazi intercellulari.
Summary The author has studied the ultrastructure of the ectoderm in the embryonic area of the blastoderm of the chicken.The ectoderm is constituted, medially close to the primitive streak, by a few layers of cells, laterally by a single layer. It lies on the basement membrane which is 250 Å thick.The cells are connected to one another by structures of the type of the zonula adhaerens and of the zonula occludens only in proximity of the upper outline of the ectoderm; inferiorly they are, on the contrary, separated by wide spaces.In the medial part of the ectoderm, where this is pluristratified, numerous digestive vacuoles of the albumen are present on the upper surface; they are always situated above a zonula adhaerens and are formed by the cytoplasmic processes of two contiguous cells. The author forwards the hypothesis that within these vacuoles the water of the albumen separates from the solid component and moves thereafter into the intercellular spaces.
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18.
Riassunto

Sono state fatte diverse prove per la reazione di Schiff, di Feulgen e di Bauer su tessuti vegetali. Diversi tipi di membrane, fra cui quelle lignificate, sono risultati Schiff positivi. I nuclei sono risultati Feulgen positivi, con l'eccezione dei nuclei del gametofito maturo di Crinum sp., i quali sono tutti Feulgen negativi, meno quelli antipodali. L'amido e tutte le membrane sono risultati Bauer positivi.  相似文献   

19.
Riassunto Le ricerche condotte sui tentacoli di Vaginulus borellianus hanno permesso di stabilire: a) l'esistenza nella porzione distale dei tentacoli (superiori ed inferiori) di un epitelio sensoriale di tipo olfattivo costituito da neuroni bipolari, cellule di sostegno e cellule basali. I prolungamenti distali dei primi due tipi di cellule si presentano particolarmente interessanti: nei recettori olfattivi si rinvengono ciglia e microvilli, numerosi e lunghi; nelle cellule di sostegno robuste digitazioni apicali percorse da uno spesso filamento assile, b) l'assenza, sia nel tentacolo superiore che in quello inferiore, di un complesso neuroendocrino del tipo di quello riscontrato in Helix, Arion ed altri Stilommatofori, c) la presenza nel tentacolo inferiore di una ghiandola unica, tubulare, in comunicazione con l'esterno e con una secrezione di tipo mucoso, simile a quella dei mucociti di altre superfici del corpo, o della ghiandola del piede di questa o di altre specie di molluschi.
Histological, histochemical and ultrastructural observations on the tentacles of Vaginulus borellianus (Colosi)
Summary The tentacle structure of Vaginulus borellianus (Colosi) has been examined with the ligth and electron microscope; the following conclusions have been reached: a) The olfactory sensory epithelium in the distal portion of both tentacles (superior and inferior) is composed of sensory neurons, supporting cells, and basal cells. The dendrites of the neurons bear cilia and a great number of microvilli apically, whereas the apical portion of the supporting cells is formed by cylindrical plasmatic processes. These are long and thick and have an axial filament. b) The cytochemistry and ultrastructure of the unicellular glands enclosed within the dermo-muscular layer of the tentacles indicate that a neuroendocrine complex of the kind described in Helix, Arion and other Stylommatophores does not occur in this species. c) The gland located in the lower tentacles (belonging to Semper's organ) is a tubular formation, with its opening at the outer surface. Its secretion, mostly mucous, is very similar to that of mucocytes and foot glands of this species and other molluscs.


Lavoro eseguito con un Contributo del Consiglio Nazionale delle Ricerche.  相似文献   

20.
Riassunto L'A. ha studiato il sistema ipotalamo-ipofisario della femmina del Tritone crestato normale e nelle seguenti condizioni sperimentali: lesioni ipotalamiche, ipofisectomia, carico osmotico, allevamento in ambiente secco, trattamento con acetato di rame. Negli animali ipotalamo-lesi in estate o allevati a temperatura artificiale di tipo estivo in inverno, l'A. ha osservato in un primo tempo un aumento dell'attività secretoria nelle cellule del n. m. p., che poi declina per esaurirsi completamente 50 giorni circa dopo Fintervento operatorio, senza che ne segua atrofia cellulare. Il neurosecreto si accumula nel moncone prossimale del f. preottico-ipofisario, le cui fibre lentamente degenerano in direzione pètale. Nella neuroipofisi l'atrofia tissulare e la rarefazione di sostanza neurosecretoria, già apprezzabile dopo 9 giorni, appaiono estremamente spinte dopo 50 giorni circa. L'atrofia della neuroipofisi, la deplezione in essa del neurosecreto, e il calo dell'attività secretoria nelle cellule del n. m. p. sono meno accentuate negli animali allevati, d'inverno, a temperatura naturale.Negli animali ipofisectomizzati l'A. ha osservato che durante la prima settimana l'attività secretoria nelle cellule del n. m. p. tende ad aumentare. Dal 12° giorno in poi lentamente declina, ma non si esaurisce del tutto neppure dopo 36 giorni, ed entro questo termine le cellule secernenti non degenerano. La quantità di neurosecreto entro le fibre del f. preottico-ipofisario è scarsa nei primi tre giorni, aumenta e si mantiene rilevante dal 5° al 12° giorno, e progressivamente poi diminuisce, senza mai scomparire del tutto. In corrispondenza del tuber le fibre del f. preottico-ipofisario degenerano, e in esse si accumula sostanza neurosecretoria. La degenerazione progredisce lentamente in direzione petale.Il carico osmotico (allevamento in soluzione all'1% di cloruro di sodio) tanto in animali integri che in animali ipotalamo-lesi ha portato, nel corso di 10 giorni, alla degenerazione delle cellule neurosecernenti del n. m. p., ad una forte diminuzione del neurosecreto entro gli assoni del f. preottico-ipofisario e ad una netta deplezione della colloide neuroipofisaria, non accompagnata da mitosi nei piuiciti.Del pari l'allevamento in ambiente secco ha determinato solo in un primo tempo un'esaltazione dei fenomeni neurosecretori nelle cellule del n. m. p. e un incremento dei fenomeni di trasporto lungo la via neurosecretoria; in un secondo tempo però subentrano fatti degenerativi a carico delle cellule secernenti e una più o meno marcata deplezione della colloide nella neuroipofisi.Infine gli effetti ottenuti con iniezioni di acetato di rame sono troppo poco netti per autorizzare qualsiasi deduzione.  相似文献   

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