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1.
Riassunto

L'A. espone in questo lavoro i risultati di ricerche sistematiche e fitogeografiche sulla vegetazione di Monte Ferrato (presso Prato in Toscana), piccolo gruppo di colline costituite da rocce ofiolitiche (serpentino, eufotide ecc.), Dopo averne elencata la florula, dove riporta anche le diagnosi di alcune forme nuove, l'A. prende in esame la vegetazione dei principali tipi di stazione, che vi ha potuto riconoscere, in base a criteri fisionomici e statistici. Considera poi le caratteristiche morfologiche delle specie pi[ugrave] significative del serpentino, che raggruppa in cinque tipi di speciali morfosi. Sulla base dell'analisi della distribuzione geografica di alcune notevoli entità che si presentano a M. Ferrato in stazione disgiunta rispetto al loro areale, dello studio geografico e sistematico degli endemismi, e in genere poi di tutte le specie pi[ugrave] significative di questa Flora, l'A. ne discute il valore fitogeografico e climatico, rilevando e discutendo la convivenza di specie di diverso valore fitogeografico, in rapporta alle particolari condizioni microstazionali.  相似文献   

2.
Riassunto

L'A. indica la larga conferma che ebbero le sue esperienze fondamentali sulla propagazione dello stimolo ormonica nelle Mimose. Anche l'estensione di questa, in base all'odierna teoria del movimento dell'acqua nelle piante coi fili d'acqua vasali in tensione, sviluppata dall'A. giì nel 1916 e appoggiata da esperienze delle quali nel 1926 aveva dato un cenno preventivo — ha ricevuto ora (1935) la definitiva conferma da parte di Houwink. Sono esposte dettagliatamente le dette esperienze ed anche altre inedite nello stesso senso.

Un altro tipo di propagazione dello stimolo è stato messo in evidenza da ricercatori (Bose, Snow, Ball, Umrath, Houwink; da noi vi si collegherebbe Montemartini). Vengono riferite dettagliatamente esperienze relative inedite dell'autore. É accolta l'ipotesi che si tratti di « propagazione nervosa », senza però vedere nelle Mimose veramente dei nervi: vi avrebbe parte una condizione generale di polarizzazione cellulare. Ma se anche la propagazione nervosa è pi[ugrave] rapida essa viene arrestata da un pulvino, quindi una conduzione dello stimolo nelle varie parti, anche di una unica foglia, è solo possibile coll'intervento dell'ormone — che al di là di un pulvino potrebbe pure suscitare ex novo l'altra propagazione.

In ultimo, secondo le rice di Houwink, i casi particolari della pi[ugrave] rapida conduzione dello stimolo nella M. pudica non sono nervosi. Si tratterebbe della trasmissione di un effetto meccanico nelle turgide cellule tubulose di Haberandt.  相似文献   

3.
Riassunto

L'A. espone le sue ricerche sulla macroflora di una ventina (fra i quaranta circa visitati) di laghetti e acquitrini dell'Appennino parmense-reggiano; tutti situati sopra i 1000 m. di alt. e, salvo eccezioni, di origine glaciale; dei principali riporta anche il piano topografico, appositamente rilevato, colla indicazione della distribuzione delle piante, qualche illustrazione fotografica, e infine l'insieme dei principali dati geografici. Passa quindi ad esaminare i consorzii floristici prevalenti, trattenendosi su qualche peculiarità di essi nella regione.

Poi, sulla scorta dei dati esistenti intorno alla componentd dei principali clementi floristici rappresentati nella zona, intorno alla loro attuale distribuzione in Italia e sopratutto in confronto con la vegetazione di altri laghetti (già esaurientemente studiati, posti, sia sul versante adriatico [laghi di Mantova] sia su quello tirrenico [lago Sibolla], sia nello stcsso Appennino tosco-modenese) mette in evidenza l'importantc ruolo dei laghetti dell'Appennino parmense-reggiano, come particolarmente atti alla conservazione e al rifugio di elementi microtermici che ivi si arrestano o di poco oltrepassano, saltuariamente, la regione.  相似文献   

4.
Riassunto

L'A. espone alcune osservazioni di critica sistematica riguardanti talune specie di Campanulacee delle Alpi Cadorine, di cui si è già occupata, secondo altri criteri, durante lo studio della vegetazione del Comelico (Alto Cadore).  相似文献   

5.
Riassunto

L'A. studia le modalità della perdita di acqua delle. cellule vegetali in via di essiccamento. In questa ricerca di fisiologia cellulare, condotta per via sperimentale e per esame citologic, I'A. dimostra come la perdita di acqua si verifichi nella cellula in stadi distinti corrispondenti alla distini corrispondenti alla disidratazione dei singoli organiti della cellula e alle diverse forme nelle quali l'acqua si trova presente nella cellula stessa. Una parte principalissima ha, in questa disidratazione, il muco-proteide, il nuovo costituente fondamentale del protoplama recentemente scoperto e illustrato dall'A. Egli dimonstra come le differenti fasi di smescolamento pi[ugrave] o meno avanzato, in cui si può presentare il mucro-proteide, regolino non solo la perdita d'acqua nell'essiccamento sperimentale, ma regolino altresi tutta l'economia dell'acqua e della soluzioni della pianta vivente, specialmente in quelle sottoposte a regime di xerofilia.  相似文献   

6.
Riassunto

L'A. illustra la differenziazione di speciali noduli di elementi lignificati nel tessuto di cicatrizzazione, che si forma nell'innesto a becco di luccio del gelso, e mette in rilievo come tali elementi presentino il carattere degli elementi di trasfusione classici delle Gimnosperme, da cui però si differenziano per perforazioni porose sulle membrane. Questo tessuto di trasfusione è da considerarsi come la degenerazione di un legno eteroxilo.  相似文献   

7.
Abstract

Aumento della sintesi di invertasi in seguito a trattamento con saccarosio in cotiledoni isolati da semi germinanti di ricino. – L'attività invertasica per cotiledone aumenta durante la germinazione di semi di ricino. In cotiledoni isolati ed incubati in acqua distillata per 15–22 ore, l'aumento di attività invertasica è molto scarso, L'aggiunta di saccarosio 0,1 M al mezzo di incubazione provoca un aumento di circa 40% dell'attività invertasica; aumento che non si riscontra se i cotiledoni vengono incubati in glucosio 0,1 M. La pre-senza di attinomicina D e di puromicina nel mezzo di incubazione previene lo sviluppo dell'attività invertasica. L'apparente specificità del saccarosio nell'indurre l'aumento di sintesi dell'enzima viene brevemente discussa nel quadro piú ampio dei fenomeni di regolazione da substrato delle sintesi di enzimi.  相似文献   

8.
Riassunto

Il gametofito fetaminile di Anthemis arvensis L. mostra uno sviluppo quanto mai interessante, perchè insieme al tipo « Crucianella » con oangio emisporiale (ca. 75%) si trova pure un altro tipo di sviluppo, il già noto tipo « Pyrethrum parthenifolium » con oangio monosporiale (25% ca.). Il gametofito 16-nucleato tipico tuttavia non è mai stato riscontrato; invece l'Autore ba osservato la presenza del sottotipo 10-nucleato, che è stato recentemente scoperto e che ha preso il nome di sottotipo « Ulmus ». I due tipi sopraddetti sono collegati dalla possibilità di uno sviluppo secondo il tipo « Vittadinia » con oangio monosporiale, che si deve considerare come un tipo intermedio fra i due.

Nella presenza di questi tipi di sviluppo in una stessa specie l'Autore trova una conferma della assoluta dipendenza del tipo « Crucianella » dai tipi tetramegasporiali facenti capo al tipo « Pyrethrum parthenifolium ».  相似文献   

9.
Riassunto

Intorno alla esistenza di forme di canapa diverse per caratteri morfofisologici entro la popolazione solitamente coltivata nella prov. di Torino e che dal maggior centro di diffusione e smercio, Carmagnola, porta il nome, l'A. ha dato pi[ugrave] d'una dimostrazione. Proseguendo la strada iniziata or è un quindicennio, questà indagine tratta della germinabilità della canapa nelle sue espressioni di potenza germinativa (% di semi nati), energia germinaliva (rapidità di germinazione) e longevilà (durata della vitalità dei semi) alla stregua di manifestazioni d'ordine genofenotipico. Onde poter affrontare le non facili ricerche è stato necessario analizzate le cause, di natura a così dire ambientale, che in un senso o nell'altro influenzano la germinabilità della canapuccia. Tra esac, l'A. ha indagato le seguenti:

a) lo stadio di maturazione del seme;

b) il sistema di raccolta del seme;

c) il mezzo o ambiente di conservazione del seme quanto a temperatura e umidità relativa dell'aria;

d) il sistema di conservazione del seme.

Ciò fatto, l'A. passa all'analisi del comportamento ereditario della germinabilità partendo da linee puree di canapa a bassa e ad alta potenza germinativa, a bassa e ad alta energia germinativa estratte, or è un decennio, dalla predetta popolazione di Cannabis saliva. Le ricerche hanno dimostrato che nella fecondazione incestuosa della canapa è possibile ottenere linee diverse nella germinabilità; che tanto la potenza quanto l'energia germinativa sono caratteri ereditari; che la fecondazione incrociata annulla il carattere « bassa germinabilità » emerso nell'incesto e dovuto probabilmente a fattori letali onde s'ottengono forme di canapa a germinabilità elevata anche nelle generazioni — in libera fecondazione — successive alla prima; che la potenza e l'energia germinativa sembrano caratteri geneticamente complessi e sono tra loro indipendenti; che la longevità della canapuccia è apparsa indipendente, dal lato creditario, dalla potenza e dalla energia germinativa accertate nel primo anno di vita di essa.  相似文献   

10.
Abstract

Lo studio è basato sul confronto tra la flora di 5 città localizzate nelle principali regioni fitoclimatiche italiane: Milano, Ancona, Roma, Cagliari e Palermo. L'analisi di 684 specie rilevate in 50 aree campione ha evidenziato l'importanza delle apofite nella flora urbana in Italia e il ruolo delle terofite che provengono direttamente dalla vegetazione mediterranea. Il confronto ha inoltre mostrato la dominanza dei fattori biogeografici nella costituzione della copertura vegetale delle 5 città. Questi risultati contrastano con l'elevata percentuale di specie esotiche e con l'uniformità floristica osservate nelle aree urbane dell'Europa Centrale.  相似文献   

11.
Riassunto

È stato preso in esame, mediante analisi pollinologiche di depositi torbosi, il rimboschimento postglaciale della parte meridionale della venezia Tridentina per le quote da 1000 a 1400 m. I risultati hanno permesso di stabilire che nel versante meridionale del sistema alpino l'Abete, in determinate posizioni, ha partecipato in modo considerevole — spesso imponente — alla constituzione delle foreste dopo il periodo dei Pini, fino al periodo del Faggio.

Il comportamento della sua espansione è risultato analogo a quello già descritto per il versante settentrionale; ciò vien messo in evidenza mediante un grafico the mostra schematicamente l'aspetto forestale dei due versanti nel periodo Querceto-Picea-Abies del posglaciale.  相似文献   

12.
Riassunto

Sono state prese in esame 37 stazioni delle rocce scistose del Cevedale fra i 2100 e i 3000 metri con una flora algologica di ben 176 specie. I diversi tipi di roccia posseggono biocenosi caratteristiche secondo il umidità, l'altitudine, l'esposizione e la struttura chimico-fisico.

Forme specifiche del clima alpino non si conoscono con sicurezza causa la diffusione operata dal vento e l'effetto mitigatore dell'acqua stessa alle accentuate oscillazioni termiche del clima alpino.  相似文献   

13.
Riassunto

L'A. descrive lo sviluppo del polline e del gametofito femminile in Genista monosperma L., che seguono il tipo normale. Successivamente illustra le prime fasi della embriogenesi, caratterizzata prima del costituitsi di un proembrione di varia ed irregolare conformazione, che si evolve in una informe “massa proembrionale”, di alcune centinaia di cellule ricche di sostanze di riserva, piuttosto vacuolizzate e con spiccati segni di senescenza, poi dall'organizzarsi, nella porzione di questa massa prospicente l'albume, di una vera “area embrionale” subglobosa, che si inizia colla attiva suddivisione poi dall'organizzarsi, nella porzione di questa massa prospicente l'albume, di una vera “area embrionale” subglobosa, che si inizia colla attiva suddivisione di alcune cellule proembrionali. Questa area si evolvera poi nel definitivo embrione, al quale i resti della massa proembrionale fanno in certo senso da sospensore. Considerato poi che questa leguminosa, i cui ovari contegono sempre numerosi ovuli (in media 6–7), raggiunge maturita una rigorosa monosperima, cerca di individuare il processo ed il momento in cui si determina tale monospermia. Scalature nella maturazione dei gametofiti e nella fecondazione permettono solo di comprendere una eventuale riduzione nel numero dei semi, non la monospermia; un certo numero di masse proembrionali puo infatti venirsi a formare in un singolo ovario. L'A., rilevato come in questa specie appaia evidente un ritardo tra la spinta umorale che determina la divisione dello zigot e quella che determina l'organizzazione dell'embrione, suppone che quest'ultima colga per prima la massa proembrionale piu matura o comunque in posizione piu favorita; ed avanza quindi e discute l'ipotesi che da tale area embrionale che per prima comincia ad organizzarsi parta una sostanza capace di inibire l'organizzazione di altre aree embionali, onde a degenerazione delle restanti masse proembrionali e la finale monospermia del legume.  相似文献   

14.
Riassunto

Si descrivono modificazioni morfologiche e anatomiche di un melo (Pirus Malus) cresciuto su una montagna del Sannio (Montagnola di Civitanova) in un ambiente molto sfavorevole per gli eccessi o difetti di temperature. Si premette una descrizione anatomica del fusto e in seguito si trattano vari casi di cicatrizzazione di ferite semplici e complesse. In ultimo si esaminano alcune saldature naturali di rametti e concrescimenti che sono molto frequenti e morfologicamente importanti.

Gli agenti che hanno provocato queste strutture anomali del melo sia sulla chionia sia nello sviluppo sono: vento, fieddo, caldo, e morsicature di animali superiori, specialmente di vacche, che sulla Montagnola durante l'estate sono raccolte in numerosi greggi.  相似文献   

15.
Riassunto

L'A. studia i movimenti degli stami di Berberis in natura: trova che nel bocciolo i movimenti sono dovuti a fatti di diversità di accrescimento e di evoluzione dei singoli tessuti: determina il momento e le condizioni fisiologiche in cui si iniziano e la sensibilità e le proprietà contrattili (movimento rapido): mediante osservazioni di tipo sperimentale prova che il movimento rapido di contrazione e quello lento di estensione non dipende da relazioni umorali o di altro genere tra il filamento e gli altri organi del fiore ma è unicamente proprietà intrinseca della cellula contrattile: basandosi su questo fatto e sui dati ottenuti negli altri lavori riporta ad un unico schema i vari movimenti che lo stame compie da quando ha acquistato la proprietà contrattile fino al suo distacco dall'asse fiorale.  相似文献   

16.
Abstract

The littoral flora of Pescara as a biological indicator of the environmental status and its modifications.—The flora of the Pescara littoral, and the vegetation, limited now to restricted areas in the outskirts, mainly near the mouth of the Saline river, and to the dunes, have been studied.

Three hundred and six entities have been recorded and the abundance, the distribution, the biological forms and the phytogeographical elements have been described.

The biological spectrum (P = 6, 14%; Ch = 5,41%; H = 32,5%; G = 10,46%; T = 45,49%) confirms a marked Mediterranean character.

The considerable amount of trees and shrubs is due to the introduction of breakwinds and ornamental species.

The analysis of the chorological elements confirms the dominance of the Mediterranean species; the ruderal polycore entities with the occasional naturalized alien species, reach about 25%. At Pescara their remarkable presence, which gives to the landscape the feature of a slum area, is the result of a great environmental degradation due to a deep anthropisation. The entities previously recorded for Pescara are also reported; probable causes of the disappearance of some species or of immediate danger for others, have been indicated according to U.I.C.N.

Si riferisce su uno studio sulla flora del litorale Pescarese e sulle suo medificazioni, con cenni sulla vegetazione naturale residua, limitata a ristrette fasce dunose alla periferia di Pescara ed allo ambiente deltiziale del fiume Saline. Delle entità censite (306) si riportano: la distribuzione nel territorio, l'abbondanza, la forma biologica e l'elemento fitogeografico. Preliminarmente, inoltre, sono accennate le caratteristiche climatiche della zona.

Lo spettro biologico (P = 6,14; Ch = 5,41; H = 32,5; G = 10,46; Th = 45,49%) conferma una spiccata tendenza mediterranea. La rimarchevole presenza di emicrittofite e geofite è in dipendenza di canali e zone acquitrinose; la non trascurabile quantità di alberi ed arbusti va attribuita non tanto alla consistenza arborea naturale, bensì alla introduzione di specie frangivento ed ornamentali.

Viene riportato poi il quadro degli elementi corologici, nel quale predominano le entità mediterranee s.1. (50,54%).

Una considerazione a parte meritano le entità policore legate agli ambienti ruderali e le avventizie, componenti che, nell'insieme, assommano a ben il 25% circa. A Pescara la loro massiccia presenza conferisce al paesaggio un'impronta di ambiente ruderale ed è conseguenza dell'alto grado di degradazione ambientale determinato dalla massiccia antropizzazione.

Si riportano, infine, le entità gia segnalate per Pescara e non rinvenute, indicando per ciascuna la probabile causa che ne ha determinato la scomparsa, e quelle in pi[ugrave] immediato pericolo di estinzione, con a fianco di ognuna la causa del pericolo, secondo i criteri dell'U.I.C.N.  相似文献   

17.
Riassunto

L'Autrice ha studiato due raccolte di licheni, una del Kenya, l'altra del Tanganica, fatte dai Rev. Padri della Consolata nei pressi della loro Missioni.

Ha potuto determinare 124 entità, fra cui un genere nuova Tylophorophsis, quattro specic nuove Actinoplaca Balboi, Cyphelium Kenyanum, Tylophoropsis Nyeriana, Usnea epiphilla, e undici varietà nuove.

Ha osservato analogia fra la flora lichenica del Kenya e quella del Tanganica; e analogia di entrambe con la flora lichenica dell'Arcipelago Malese e delle Isole Filippine. Ha notato inoltre analogia fra la flora lichenica del Kenya e quelle dell'A. O. I., dell'Usambara (Congro) e dell'Uganda; e analogia fra la flora lichenica del Tanganica e quella dell'Africa Australe e dell'Africa sub-tropicale (1).  相似文献   

18.
Abstract

In questo lavoro abbiamo determinato le caratteristiche di entrata del saccarosio in funzione della sua concentrazione esterna, incubando i pezzi in saccarosio triziato, in condizioni normali e di stress osmotico. Nelle parti apicali l'assorbimento di saccarosio esogeno è lineare in presenza di basse concentrazioni mentre non lo è ad alte concentrazioni. Per quanto riguarda le parti basali la linearità si mantiene per tutte le concentrazioni; inoltre nelle parti apicali l'assorbimento è maggiore che nelle basali e la differenza aumenta all' aumentare delle concentrazioni di saccarosio esterno. Abbiamo poi studiato l'assunzione di saccarosio con osmotici diversi in cui fosse presente anche saccarosio marcato. I risultati ottenuti dimostrano che le parti apicali stressate prendono meno saccarosio dei controlli, mentre nelle basi stressate l'assorbimento, pur essendo inferiore a quello degli apici, è superiore rispetto ai controlli. Le differenze nel trasporto del saccarosio negli apici e nelle basi potrebbero essere spiegate dal fatto che a parità di peso nelle zone apicali ci sono più cellule di dimensioni inferiori che non hanno completato la distensione cellulare e che essendo in attiva crescita sono metabolicamente più attive. Nelle zone basali è invece presente un maggiore numero di cellule morte (xilema completamente differenziato). Questi due fattori potrebbero determinare nelle parti apicali un maggiore assorbimento con prevalenza del trasporto attivo e nelle parti basali un assorbimento inferiore con prevalenza del trasporto per diffusione.  相似文献   

19.
Riassunto

L'A., inquadrato il lavoro nel vasto campo degli antagonismi tra vegetali, considera se la microflora che si sviluppa per elezione sulle ricche radici della barbabietola da zucchero possa esercitare una influenza sull'incompatibilità, frequentemente riscontrata nella Bassa Valle Padaria, esistente tra la saccarifera e il Mais, e che si manifesta con un minor rigoglio vegetativo di quest'ultimo quando è consociato o segue la Chenopodiacea.  相似文献   

20.
Abstract

Studio fitosociologico su alcune foreste di « Liriodendron tulipifera » L. del Tennessee (U.S.A.). – Una serie di rilievi fitosociologici e di osservazioni floristiche ed ecologiche è stata condotta in foreste di latifoglie nel Tennessee orientale, con particolare riguardo a stazioni di Liriodendron tulipifera L. su dolomite di Knox. Nell'elaborazione dei dati dei rilievi ci si è valsi di un calcolatore numerico IBM-1604. Il controllo dell'omogeneità basato sulla « charakteristische Artenkombination » e la distribuzione delle specie in classi di presenza dimostrano che le stazioni di Liriodendron nell'ambiente studiato rappresentano un tipo omogeneo di vegetazione. L'analisi della distribuzione in classi di presenza in questi termini è, a quanto ci risulta, nuova. L'analisi strutturale dimostra una stratificazione molto complessa, con 51% della massa assimilatrice sopra i 25m. Lo spettro biologico rappresenta una forma intermedia fra la foresta di latifoglie settentrionale (es. Minnesota) e la pluvisilva tropicale (America Centrale), con una percentuale particolarmente alta di geofite. La composizione floristica sta in una posizione intermedia fra i Liriodendretalia ed i Quercetalia di KNAPP, e risulta dominata dall'elemento submesofilo. La distribuzione delle specie arboree nei vari strati (da basale ad arboreo) suggerisce una tendenza evolutiva verso una foresta mista di Querce ed Hickories (Carya spp.) accompagnati ad Acer rubrum, Cornus florida, Oxydendron arboreum, Nyssa sylvalica ed Ostrya virginiana. Mancano invece qui le specie strettamente mesofile (Fagus, Acer saccharum, Aesculus octandra, Tilia spp. ecc.) che secondo i dati delle letterature sarebbero le tipiche specie compagne di Liriodendron. Si conclude che la foresta di Liriodendron è il primo stadio forestale della serie che ha per climax la foresta di quercia (« appalachian oak forest ») di ambiente submesico. L'analisi fitosociologica dimostra che, nella fase in cui Liriodendron è pienamente sviluppato, si tratta di una facies transitoria della menzionata « appalachian oak forest », rispetto a cui non sembrano esserci specie differenziali.  相似文献   

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