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1.
Conclusioni Tenendo presenti le conclusioni tratte da ciascun gruppo di queste csperienze di espianto in soluzione diRinger diluita, posso affermare che l'abbozzo (rispettivamente territorio) dell'occhio ha, sia allo stadio di vescicola ottica primaria sia di neurula (docce midollari ampiamente aperte e un poco sollevate), insita in sè stesso la capacità di autodifferenziarsi, di regolarsi, di fondersi con un'altra vescicola ottica (previa asportazione di una parte di ciascun d'esse) e regolarsi, di determinare un cristallino su ectoderma indifferente (inBufo vulgaris), di formare un cristallino dal suo margine irideo (inRana esculenta): infatti esse proprietà si estrinsecano anche oltre che al di fuori dell'influenze degli organi circostanti al di fuori dell'intero organismo.  相似文献   

2.
Riassunto L'A. ha studiato il destine del territorio lentogeno presuntivo dopo demolizioni piu o meno estese della vescicola ottica primaria di embrioni di polio di 6–12 somiti, e le condizioni necessarie per la rigenerazione del cristallino a spese dei componenti del calice ottico, quando il cristallino non si forma, come di norma, daU'ectoderma. Alcune relazioni di spazio e di tempo fra l'ectoderma lentogeno ed i tessuti che si sviluppano dalla vescicola ottica parzialmente amputata sono indispensabili perché il cristallino si formi secondo le normali modalitá. La rigenerazione del cristallino a spese del tapetum o della retina, che si formano dalla porzione della vescicola ottica rimasta in sito, ha luogo soltanto quando viene conservato almeno il terzo prossimale della vescicola ottica e quando la proliferazione dei componenti del calice ottico e sufficentemente estesa.L'A. sottolinea 1'importanza dei fattori meccanici, i quali agiscono sulla retina e sul tapetum in accrescimento, durante il processo di rimaneggiamento dell'abbozzo delFocchio consecutivo alia lesione della vescicola ottica, rispetto alia realizzazione del processo di rigenerazione del cristallino.
Zusammenfassung Verfasser untersuchte bei Hühnerembryonen von 6–12 Urwirbeln das Verhalten des präsumptiven lentogenen Gebietes nach mehr oder weniger ausgedehnter Zerstörung des primären Augenbläschens sowie die Bedingungen, die für eineRegeneration der Linse aus den Bestandteilen des Augenbechers erforderlich sind, falls die normale Entwicklung der Linse aus dem Ektoderm unterbleibt. — Einige räumliche und zeitliche Zusammenhänge zwischen dem lentogenen Ektoderm und den Geweben, die sich aus dem teilweise entfernten Augenbläschen entwickeln, sind für die normale Entwicklung der Linse unerläßlich. DieRegeneration der Linse aus Tapetum oder Netzhaut, die sich aus dem in situ zurückgelassenen Teil des Augenbläschens bilden, ist nur möglich, wenn mindestens das proximale Drittel des Augenbläschens erhalten bleibt und wenn die Proliferation der Bestandteile des Augenbechers hinreichend ausgedehnt ist. — Verfasser unterstreicht die Bedeutung, die den mechanischen Faktoren für die Entwicklung des Regenerationsvorganges der Linse zukommt, die nach der Verletzung des Augenbläschens auf Retina und Tapetum während des Umbildungsprozesses des Augenkeimes einwirken.
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3.
Rosalia Liso 《Plant biosystems》2013,147(2-3):148-152
Riassunto

Prove di germinazione di semi di PINUS PINEA al buio. — Sono state condotte prove di coltivazioni di embrioni di Pinus pinea al buio in rapporti vari col loro endosperma. 1a prova: semi con endosperma amputato all'apice calazale (cotiledonare) per la lunghezza di mm. 1, mm. 2, mm. 3. Il resultato è stato l'accrescimento dell'embrione clorotico con radice atrofica, cioè non si è avuto la normale evoluzione morfogenetica dell'embrione in plantula. 2a prova: asportazione dei 2/3 micropilari, (radicolari) dell'endosperma: evoluzione normale dell'embrione in plantula, cioè germinazione di una plantula normalmente verde con radichetta molto ben sviluppata. 3a prova: asportazione di uno spicchio longitudinale di endosperma: normale germinazione di una plantula verde e con radichetta sviluppata, ma minore sviluppo in lunghezza dei cotiledoni corrispondenti allo spicchio di endosperma asportato.

Si deduce la importanza dell'endosperma per la normale morfogenesi della plantula nella germinazione, e la necessità di uno stretto rapporto di contiguità fra embrione e endosperma perchè questo esplichi la sua azione sull'evoluzione dell'embrione. Si deduce inoltre la importanza che ha l'endosperma nella nutrizione dei cotiledoni.

Si prospetta la necessità di fare opportuni esperimenti per stabilire se nel corso della germinazione il passaggio di sostanza dall'endosperma ai cotiledoni avviene con la partecipazione attiva soltanto dei cotiledoni, dell'endosperma o di tutti e due, e se c'è una distinzione fra le varie zone dell'endosperma ai fini di una efficienza nella nutrizione dell'embrione e della sua evoluzione in plantula.  相似文献   

4.
Sommario E' del 1974, sulla traccia fornita dall'International Biological Program, che è in atto nel nostro Paese il monitoraggio pollinico. Su iniziativa dell'Assessorato Ambiente della Regione Emilia Romagna e del CNR, nasce la prima rete regionale pilota di monitoraggio aerobiologico rivolta particolarmente ai granuli pollinici responsabili di allergia. Nel 1980 il campionamento pollinico supera i confini regionali e si estende a tutta la penisola, tanto che due anni dopo operano in Italia 20 stazioni. Attualmente vi sono in Italia 57 centri di monitoraggio aerobiologico che operano nell'ambito dell'Associazione Italiana di Aerobiologia, fondata a Bologna nel marzo 1985 e comprendente studiosi provenienti da discipline diverse. E' indispensabile che ogni punto di monitoraggio pollinico abbia un confronto costante con i risultati clinici e la componente vegetale del territorio. A Ferrara i risultati di cinque anni di rilevamento hanno evidenziato tre gruppi principali di pollini allergenici: Graminacee, Urticaee (in particolare il genere Parietaria), Composite (in particolare il genere Artemisia), mentre scarsa è l'incidenza dei pollini degli alberi. Ricerche cliniche, svolte nel 1980 e nel 1982 su due gruppi di pazienti allergopatici, confermano i dati aerobiologici. Le percentuali di positività agli skin-tests sono per le Graminacee il 90% (1980) e l'88% (1982), ler le Urticacee il 30% (1980) e il 27% (1982), per le Composite il 15% (1980) e il 12% (1982). Abbiamo effettuato anche un'indagine sul territorio della provincia di Ferrara per verificare la presenza e consistenza di alcune specie di piante allergeniche. Tralasciando le Graminacee che, per essere assai diffuse, non giustificano una verifica sul campo, abbiamo dato maggior spazio ai generi Parietaria e Urtica (fam. Urticacee) e ai generi Artemisia e Ambrosia (fam. Composite). Nel nostro territorio sono presenti solamente 2 specie diParietaria (P. officinalis eP. diffusa) e 2 specie diUrtica (U. diodica eU. urens). Riguardo alle Composite abbiamo verificato la presenza di 4 specie diArtemisia molto comuni in tutto il territorio ferrarese, mentre 2 specie diAmbrosia sono diffuse soltanto lungo il litorale. Si può affermare che, in campo allergologico, la combinazione di dati aerobiologici, clinici e botanici costituisce la base per giungere ad una diagnosi corretta e per impostare una terapia il più mirata possibile.   相似文献   

5.
Riassunto

L'A. facendo delle osservazioni comparative tra le caratteristiche di sviluppo vegetativo e fiorale rilevate tanto sui rametti ordinari che nei casi anomali di formazione di gemme su spine di Aurantiaceae mette in rilievo il presumibile antagonismo tra sviluppo vegetativo e fiorale che si verifica in genere tra le due importanti attività fisiologiche della pianta.

Nello stesso tempo dà notizia di nuovi casi di formazione di gemme e di foglie su spine di Citrus limonum L. che, confrontati con quelli descritti in precedenti lavori dell'A. riguardanti lo sviluppo di fiori su spine di Aurantiaceae, confermano che gli abbozzi fogliari contigui alle gemme si evolvono regolarmente quando la gemma sia polarizzata nello sviluppo vegetativo o sia allo stato latente, mentre restano in genere allo stato rudimentale quando la gemma viene a polarizzarsi verso lo sviluppo fiorale. Ciò si verifica in generale negli abbozzi fogliari che si sviluppano sulle rachidi fiorali ed eccezionalmente in quelli che sono in rapporto con la gemma che dà origine ad una rachide fiorale.  相似文献   

6.
Riassunto L'autore ha studiato lo sviluppo in vitro del polmone embrionale di pollo, espiantato a 4 e 5 giorni di incubazione e tenuto in cultura fino ad un massimo di 5 giorni. Il processo di ramificazione dell'albero bronchiale continua in cultura, e puó essere seguito direttamente, mediante l'osservazione della cultura allo stato vivente, fino a che la ramificazione non diviene troppo complicata.L'esame istologico delle culture dimostra la comparsa di fenomeni molto simili a quelli che avvengono nelle condizioni normali di sviluppo, come viene dimostrato dal confronto fra le culture e polmoni di embrioni di pollo dal 5 ° al 10 ° giorni di incubazione. In particolare si sono osservati nelle culture: la secrezione vescicolare dell'epitelio della trachea e dei bronchi, fenomeni di migrazione cellulare attraverso l'epitelio, l'assottigliarsi dell'epitelio verso le ultime ramificazioni corrispondenti ai capillari aeriferi, il distacco di cellule dall'epitelio dei bronchi e dei piccoli rami e la loro caduta nel lume.In confronto allo sviluppo normale si osserva nelle culture una minore rapidità di ramificazione e la scomparsa dei sacchi aeriferi addominali.Ringrazio il Prof. E. Borghese, che ha seguito l'esecuzione della presente ricerca.  相似文献   

7.
Riassunto

L'Autore stabilisce, con osservazioni effettuate su oltre 4500 ovuli prelevati tutti da una medesima pianta, che lo sviluppo del gametofito femminile in Tamarix gallica L. si effettua secondo i seguenti quattro tipi di costruzione e con le rispettive percentuali di frequenza: 1) tipo Euphorbia dulcis, S-nucleato, 90%; 2) tipo Pyrethrum cierariaefolium 12- e 10-nucleato, 5%; 3) tipo Pyrethrum parthenifolium sottotipo Ulmus 10-nucleato, 3%; 4) tipo Adoxa 8-nucleato, 2%. L'A. mette pure in luce che la triploidia dei nuclei calazali caratteristica dei gametofiti di tipo Euphorbia dulcis può determinarsi nella stessa pianta secondo due distinte modalità: o per un processo di vera e propria cariogamia dei tre nuclei sporiali quiescenti durante lo stadio di polarizzazione 143 con conseguente formazione durante la storia dello sviluppo di uno stadio binucleato secondario, o per coalescenza dei tre fusi calazali durante la terza divisione dello sviluppo.

L'A. stabilisce, con osservazioni effettuate su ca. 1000 ovuli prelevati tutti da una stessa pianta, che lo sviluppo del gametofito femminile di Tamarix africana Poir. si effettua secondo tre tipi di costruzione, con le seguenti percentuali di frequenza: 1) tipo Euphorbia dulcis 8-nucleato, 43%; 2) tipo Pyrethrum cinerariaefolium 12- e 10-nucleato, 47%; 3) tipo Pyrethrum parthenifolium 16- e 14-nucleato, 10%.  相似文献   

8.
S. Colla 《Protoplasma》1928,5(1):179-190
Conclusioni Le correnti protoplasmatiche nelle cellule internodiali diChara crinita L, sottoposte a soluzioni di differente pH, présentant) delle variazioni di velocità: si hanno due massimi a pH 5.3 e 7.1. Il minimo intermedio si trova nelle correnti delle cellule immerse in liquidi a pH 6.2.La velocità maggiore si è riscontrata a pH 5.3, pH che è quasi eguale al succo interprotoplasmatico.Si notano variazioni di comportamento nella corrente nei primi venti minuti degli esperimenti nelle alghe immerse in liquidi a pH 3.2-4.2-5.3, e pH 6.2-7.1-8.1.  相似文献   

9.
Riassunto

Si descrivono modificazioni morfologiche e anatomiche di un melo (Pirus Malus) cresciuto su una montagna del Sannio (Montagnola di Civitanova) in un ambiente molto sfavorevole per gli eccessi o difetti di temperature. Si premette una descrizione anatomica del fusto e in seguito si trattano vari casi di cicatrizzazione di ferite semplici e complesse. In ultimo si esaminano alcune saldature naturali di rametti e concrescimenti che sono molto frequenti e morfologicamente importanti.

Gli agenti che hanno provocato queste strutture anomali del melo sia sulla chionia sia nello sviluppo sono: vento, fieddo, caldo, e morsicature di animali superiori, specialmente di vacche, che sulla Montagnola durante l'estate sono raccolte in numerosi greggi.  相似文献   

10.
Riassunto

L'A. ha osservato in piante di Citrus trifoliata L. fiori maschili, per aborto dell'ovario, insieme ad altri fiori normalmente ermafroditi. La statistica fatta su piante crescenti negli Orti Botanici di Padova, Ferrara, Torino, ha dimostrato che le piante non potate e scarsamente nutrite hanno una percentuale di fiori maschili pari al 65–70%. Mediante il rinnovamento della pianta, asportando i rami secchi e con opportune concimazioni, la percentuale dei fiori maschili diminui al 20%. Le parti alte e piü illuminate delle piante hanno sempre una scarsa percentuale di fiori maschili; le piante giovanissime hanno per contro solo uno scarso numero di fiori ermafroditi ed anche questi non riescono ad abbonire. Il fenomeno dell'andromonoicismo, analogo a quello osservato nelle Ombrellifere, è di natura sicuramente funzionale, e forse in relazione a fattori geografici.  相似文献   

11.
Riassunto Vengono presi sinteticamente in esame gli scopi, il programma e i metodi della Flora Palinologica Italiana e della Sezione Aeropalinologica che verrà sviluppata su ?Aerobiologia?. La sezione in oggetto illustra la morfobiometria di pollini importanti dal punto di vista aerobiologico e, inizialmente, tratterà specie dotate anche di interesse allergologico. In questo primo contributo è presentata, come esempio, la scheda palinologica diUrtica dioica L. (n. 168 della Flora Palinologica Italiana).   相似文献   

12.
Riassunto

L'A. stabilisce che in Plumbago capensis Thunb., accanto allo sviluppo secondo lo schema del tipo Plumbago, si riscontra, con bassissima frequenza, un nuovo tipo di sviluppo di gametofiti 7-nucleati bipolarizzati con oosfera di natura sporiale.

Stabilisce inoltre che in Statice Limonium L. lo sviluppo del gametofito femminile avviene esclusivamente secondo il tipo Euphorbia dulcis, mentre in Armeria vulgaris W. var. maritima (Miller) Willd. esiste associazione dei due tipi di sviluppo Adoxa ed Euphorbia dulcis nel rapporto approssimativo del 3%.

Mette in evidenza che la triploidia dei nuclei calazali, caratteristica dei gametofiti di tipo Euphorbia dulcis, può determinarsi secondo due distinte modalità : o per coalescenza dei tre fusi calazali durante la terza divisione dello sviluppo (Statice Limonium), o per un processo di vera e propria cariogamia dei tre nuclei sporiali quiescenti durante lo stadio di polarizzazione 1+3 con conscguente formazione durante la storia dello sviluppo di uno stadio binucleato secondario (Armeria vulgaris var. maritima).

Riconferma infine per questa ultima pianta il numero aploide dei cromosomi n = 9.  相似文献   

13.
Riassunto

L'A. mette in rilievo le differenze esistenti fra l'apice dei fusti sotterranei e quello dei fusti aerei di Equisetum ramosissimum Desf. Tali differenze sono : secrezione di abbondante mucillaggine da parte delle cellule dell'epidermide esterna delle guaine pi[ugrave] periferiche che incappucciano l'apice dei rizomi, mentre le cellule epidermiche esterne delle guaine dei fusti aerei si differenziano nello stesso senso delle cellule epidermiche degli internodi; presenza di tricomi nella parte interna delle guaine che incappucciano l'apice del rizoma, tricomi che mancano nelle guaine dei fusti aerei; localizzazione dell'acerescimento in lunghezza al primo internodio del rizoma (quello pi[ugrave] vicino alla gemma apicale), mentre nei fusti aerei l'acerescimento è scaglionato su diversi internodi.

La mucillaggine che viene secreta dalle cellule epidermiche delle guaine del rizoma prende origine direttamente dai granuli d'amido, che sono abbondantissimi e particolarmente grossi in talli cellule all'inizio del processo di formazione della mucillaggine.  相似文献   

14.
Riassunto

L'A. descrive lo sviluppo del polline e del gametofito femminile in Genista monosperma L., che seguono il tipo normale. Successivamente illustra le prime fasi della embriogenesi, caratterizzata prima del costituitsi di un proembrione di varia ed irregolare conformazione, che si evolve in una informe “massa proembrionale”, di alcune centinaia di cellule ricche di sostanze di riserva, piuttosto vacuolizzate e con spiccati segni di senescenza, poi dall'organizzarsi, nella porzione di questa massa prospicente l'albume, di una vera “area embrionale” subglobosa, che si inizia colla attiva suddivisione poi dall'organizzarsi, nella porzione di questa massa prospicente l'albume, di una vera “area embrionale” subglobosa, che si inizia colla attiva suddivisione di alcune cellule proembrionali. Questa area si evolvera poi nel definitivo embrione, al quale i resti della massa proembrionale fanno in certo senso da sospensore. Considerato poi che questa leguminosa, i cui ovari contegono sempre numerosi ovuli (in media 6–7), raggiunge maturita una rigorosa monosperima, cerca di individuare il processo ed il momento in cui si determina tale monospermia. Scalature nella maturazione dei gametofiti e nella fecondazione permettono solo di comprendere una eventuale riduzione nel numero dei semi, non la monospermia; un certo numero di masse proembrionali puo infatti venirsi a formare in un singolo ovario. L'A., rilevato come in questa specie appaia evidente un ritardo tra la spinta umorale che determina la divisione dello zigot e quella che determina l'organizzazione dell'embrione, suppone che quest'ultima colga per prima la massa proembrionale piu matura o comunque in posizione piu favorita; ed avanza quindi e discute l'ipotesi che da tale area embrionale che per prima comincia ad organizzarsi parta una sostanza capace di inibire l'organizzazione di altre aree embionali, onde a degenerazione delle restanti masse proembrionali e la finale monospermia del legume.  相似文献   

15.
Sommario Gli AA. descriono in uno stipite diC. pulcherrima (Lindner) Windisch degli aspetti ameboidi delle blastospore. Ritengono che questi aspetti più che preludere a processi sporologici, precedano forse la formazione di pseudomicelio; per questo essi aspetti ameboidi non hanno alcun particolare valore sistematico in quanto da ditenersi una fase che occuperebbe un posto intermedio tra quella non filamentosa tipoTorulopsis e quella filamentosa tipoCandida.
About some morphological appearances ofCandida pulcherrima (Lindner) Windisch
Summary The AA. describe in a strain ofC. pulcherrima (Lindner) Windisch, some amoeboid appearances of blastospores. They think these figures to be, more than the introduction to sporologic processes, the preamble to the formation of pseudomycelium; for this reason these amoeboid figures have no peculiar systematic value, as they are to be considered as a stage likely placed between the non-filamentous one of theTorulopsis type, and the filamentous one of theCandida type.
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16.
Riassunto Sono state allestite le schede palinologiche diArtemisia vulgaris L.,Artemisia verlotorum Lamotte eArtemisia annua L. su polline fresco e acetolizzato. Le tre specie hanno interesse aerobiologico e allergologico. Vengono anche riportati dati sulla loro distribuzione in Italia, con particolare riferimento adArtemisia annua.   相似文献   

17.
Conclusioni Dal settore irideo superiore diTriton eDiscoglossus trapiantato autoplasticamente nell'orbita (dopo enucleazione del globo oculare) o sotto la cute, con o senza retina, non si forma mai una lente. Se invece l'innesto viene praticato nella cavità addominale allora, in una certa percentuale di casi, si ottiene una lente. CiÒ porta a pensare che nel determinismo del fenomeno una grande importanza debba essere attribuita allo spazio a disposizione del pezzo nella sede d'innesto. Molta importanza spetta anche alla presenza di retina ne l'innesto, giacchè i casi in cui si è avuta rigenerazione di lente appartengono tutti ad esperimenti di innesti di iride con retina.In questi esperimenti, in un certo numero di casi, si è anche avuta la formazione di lentoidi.Negli innesti nell'orbita e nell'addome quasi costante è la rigenerazione di retina dal materiale irideo innestato e niolto frequente la regolazione dell'innesto in forma di globetto oculo-simile.La rigenerazione della retina puÒ aver luogo o dalla pars iridea retinae o direttamente da qualsiasi punto dell'iride per diretta metaplasia delle cellule iridee in cellule retiniche.Negli innesti sotto cute invece il pezzo innestato va in genere incontro a disfacimento.Negli innesti nella cavità dell'orbita quasi costantemente si sono viste fibre nervose partirsi dalle masse retiniche e, attraverso alforo ottico, giungere fino al diencefalo. Negli innesti nella cavità addominale invece non si è mai vista tale neoformazione di fibre nervose.
Zusammenfassung Vom, in der Orbitahöhle (nach Entfernung des Auges) oder unter der Haut autoplastisch transplantierten oberen Irisrand mit oder ohne Retina vonTriton oderDiscoglossus aus, regeneriert nie eine Linse.Transplantiert man dagegen das Irisstück in die Bauchhöhle, so bildet sich in einigen Fällen eine Linse. Das bringt zur Annahme, da\ in der Linsenregeneration aus einem isolierten Irisstück der Raum, der dem Stück in der Transplantationsstelle zur Verfügung steht, von höchster Wichtigkeit ist.Von Bedeutung ist auch die Retinaanwesenheit im transplantierten Stück, weil in allen Fällen, in denen man eine Linse erhalten hat, auch die Retina mittransplantiert worden war. Bei diesen Experimenten hat man in einigen Fällen auch Lentoiden erhalten.In den meisten Fällen der in der Orbita- oder Bauchhöhle transplantierten Stückchen regeneriert die Retina vom Irismaterial aus und sehr oft bildet das Stück kleine augenähnliche Kugeln.Die Retinaregeneration kommt entweder aus der pars iridea retinae oder, ganz einfach, aus einer jeweiligen Irisstelle zustande durch Metaplasia der Iris- in Retinazellen.Die unter der Haut transplantierten Irisstückchen dagegen gehen fast immer zugrunde.Aus den in der Orbitahöhle transplantierten oder regenerierten Retinastückchen gehen fast immer Nervenfasern aus, die, durch das Foramen opticum das Zwischenhirn erreichen.In den Transplantationen in der Bauchhöhle bemerkt man nie eine solche Nervenfasernbildung.
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18.
Riassunto Ratti iniettati sottocute con sospensioni diCoccidioides immitis Stiles hanno presentato localmente lo sviluppo di un granuloma fibroblastico gigantocellulare e nessuna tendenza alla generalizzazione dell'infezione. Il trattamento con DCA o Artisone non ha modificato sensibilmente il decorso e le caratteristiche istologiche dell'infezione. All'opposto il trattamento con Cortisone ha condizionato in un'alta percentuale dei casi una diffusione viscerale dell'infezione stessa; nella sede d'impianto del fungo la reazione dei tessuti, anzichè il tipo granulomatoso abituale, ha assunto un tipo necroticoessudativo, senza barriera demarcante fibroblastica e con intensa vegetazione fungina. Questi reperti vengono messi in rapporto con le proprietà antiallergiche ed antiimmunitarie generiche del Cortisone e con l'effetto catabolico sul ricambio proteico unitamente al noto effetto inibitore sui normali processi di granulazione dei tessuti esercitato da questo ormone.
Summary After the subcutaneous injection ofCoccidioides immitis Stiles, twenty rats showed a giant cell, fibroblastic granuloma; no general infection was observed. Treatment with DCA or Artisone did not modify the course and the histological pattern of the infection. On the contrary, in rats treated with Cortisone the infection was more severe, the subcutaneous granuloma showed larger necrotic and essudative foci, no fibroblastic tissue was formed, the fungous growth was conspicuous and visceral lesions were observed. These results are in agreement with the inhibitory effect of Cortisone on the allergic and immune responses and with the catabolic effect of the hormone on protein metabolism.
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19.
A study of the traditional gathered food plants in the upper valley of the Serchio river (Garfagnana), Lucca Province, north-west Tuscany, central Italy, was carried out. One hundred thirty-three species (including fungi), belonging to 48 families, were encountered. The geographical isolation of the valley and the survival of old gastronomic traditions have permitted a rich popular knowledge to be main-tained. In particular, the tradition of preparing in springtime a characteristic vegetal soup (minestrella) based on about forty wild vegetables in a very restricted area of the valley might be correlated with influences of pre-Roman civilisations. An uncommon specific food utilization ofBryonia dioica andPrunus laurocerasus as well as the consumption in some districts ofFagus sylvatica seeds,Taxus baccata andCrocus napolitanus fruits as snacks and the very common use ofClematis vitalba shoots seem to demonstrate a well established tradition to use unpalatable vegetal sources. Ethnopharmacological aspects of the consumption of these species are discussed.
Piante Spontanee ad Uso Alimentare Raccolte Nella Parte Superiore della Valle del Serchio (Garfagnana), Italia Centrale
Resumen  E’ stato effettuato uno studio sulla raccolta tradizionale di piante ad uso alimentare nella parte superiore della valle del Serchio (Garfagnana), Provincia di Lucca, Toscana nord-occidentale, Italia centrale. 133 specie (inclusi funghi), appartenenti a 48 famiglie, sono state censite. L’isolamento geografico della valle e la sopravvivenza di vecchie tradizioni gastronomiche hanno permesso ad una ricca conoscenza popolare di mantenersi inalterata fino ai nostri giorni. In particolare, la tradizione della preparazione in primavera di una caratteristica zuppa vegetale (minestrella) basata talvolta su più di quaranta specie spontanee in un ’aerea molto ristretta della valle potrebbe essere messa in relazione ad influenze di civiltà pre-romane in quel territorio. L’utilizzazione alimentare non comune diBryonia dioica ePrunus laurocerasus così come il consumo di semi diFagus sylvatica, di frutti diTaxus baccata eCrocus napolitanus come snack e I’uso molto comune di giovaniparti aeree diClematis vitalba sembrano dimostrare una consolidata tradizione ad usare fonti vegetali non palatabili. Aspetti etnofarmacologici legati al consumo di queste specie vengono discussi.
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20.
Abstract

Studio fitosociologico su alcune foreste di « Liriodendron tulipifera » L. del Tennessee (U.S.A.). – Una serie di rilievi fitosociologici e di osservazioni floristiche ed ecologiche è stata condotta in foreste di latifoglie nel Tennessee orientale, con particolare riguardo a stazioni di Liriodendron tulipifera L. su dolomite di Knox. Nell'elaborazione dei dati dei rilievi ci si è valsi di un calcolatore numerico IBM-1604. Il controllo dell'omogeneità basato sulla « charakteristische Artenkombination » e la distribuzione delle specie in classi di presenza dimostrano che le stazioni di Liriodendron nell'ambiente studiato rappresentano un tipo omogeneo di vegetazione. L'analisi della distribuzione in classi di presenza in questi termini è, a quanto ci risulta, nuova. L'analisi strutturale dimostra una stratificazione molto complessa, con 51% della massa assimilatrice sopra i 25m. Lo spettro biologico rappresenta una forma intermedia fra la foresta di latifoglie settentrionale (es. Minnesota) e la pluvisilva tropicale (America Centrale), con una percentuale particolarmente alta di geofite. La composizione floristica sta in una posizione intermedia fra i Liriodendretalia ed i Quercetalia di KNAPP, e risulta dominata dall'elemento submesofilo. La distribuzione delle specie arboree nei vari strati (da basale ad arboreo) suggerisce una tendenza evolutiva verso una foresta mista di Querce ed Hickories (Carya spp.) accompagnati ad Acer rubrum, Cornus florida, Oxydendron arboreum, Nyssa sylvalica ed Ostrya virginiana. Mancano invece qui le specie strettamente mesofile (Fagus, Acer saccharum, Aesculus octandra, Tilia spp. ecc.) che secondo i dati delle letterature sarebbero le tipiche specie compagne di Liriodendron. Si conclude che la foresta di Liriodendron è il primo stadio forestale della serie che ha per climax la foresta di quercia (« appalachian oak forest ») di ambiente submesico. L'analisi fitosociologica dimostra che, nella fase in cui Liriodendron è pienamente sviluppato, si tratta di una facies transitoria della menzionata « appalachian oak forest », rispetto a cui non sembrano esserci specie differenziali.  相似文献   

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