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1.
Riassunto L'autore ha studiato lo sviluppo in vitro del polmone embrionale di pollo, espiantato a 4 e 5 giorni di incubazione e tenuto in cultura fino ad un massimo di 5 giorni. Il processo di ramificazione dell'albero bronchiale continua in cultura, e puó essere seguito direttamente, mediante l'osservazione della cultura allo stato vivente, fino a che la ramificazione non diviene troppo complicata.L'esame istologico delle culture dimostra la comparsa di fenomeni molto simili a quelli che avvengono nelle condizioni normali di sviluppo, come viene dimostrato dal confronto fra le culture e polmoni di embrioni di pollo dal 5 ° al 10 ° giorni di incubazione. In particolare si sono osservati nelle culture: la secrezione vescicolare dell'epitelio della trachea e dei bronchi, fenomeni di migrazione cellulare attraverso l'epitelio, l'assottigliarsi dell'epitelio verso le ultime ramificazioni corrispondenti ai capillari aeriferi, il distacco di cellule dall'epitelio dei bronchi e dei piccoli rami e la loro caduta nel lume.In confronto allo sviluppo normale si osserva nelle culture una minore rapidità di ramificazione e la scomparsa dei sacchi aeriferi addominali.Ringrazio il Prof. E. Borghese, che ha seguito l'esecuzione della presente ricerca.  相似文献   

2.
Abstract

Lo studio è basato sul confronto tra la flora di 5 città localizzate nelle principali regioni fitoclimatiche italiane: Milano, Ancona, Roma, Cagliari e Palermo. L'analisi di 684 specie rilevate in 50 aree campione ha evidenziato l'importanza delle apofite nella flora urbana in Italia e il ruolo delle terofite che provengono direttamente dalla vegetazione mediterranea. Il confronto ha inoltre mostrato la dominanza dei fattori biogeografici nella costituzione della copertura vegetale delle 5 città. Questi risultati contrastano con l'elevata percentuale di specie esotiche e con l'uniformità floristica osservate nelle aree urbane dell'Europa Centrale.  相似文献   

3.
Riassunto Sono stati effettuati tre anni (1984–86) di osservazioni epidemiologiche ed aerobiologiche per ricercare la relazione esistente tra concentrazione pollinica giornaliera delle Oleacee nell' atmosfera della città di Palermo e numero di casi di pollinosi dovute a tale polline. I dati aerobiologici sono stati ottenuti con un campionatore volumetrico VPPS 2000. Questi, elaborati con il metodo della media mobile su 7 giorni e correlati con i dati epidemiologici, hanno evidenziato che, nel nostro territorio, le famiglie di pollini che rivestono importanza clinica sono tre: Urticacee, prevalentemente Parietaria, Graminacee ed Oleacee, prevalentemente Olea europaéa. Le Oleacee occupano il terzo posto nel determinismo delle pollinosi (21,76% di tutte le pollinosi), mentre dal punto di vista aerobiologico sono al secondo posto. La mancanza di proporzionalità diretta è da mettere in relazione, verosimilmente, con il breve periodo sintomatologico e con un basso potere allergizzante di tale aeroallergene. E' stato registrato, negli ultimi dieci anni, anche in Sicilia, un aumento della frequenza di sensibilizzazione verso il polline delle Oleacee.   相似文献   

4.
Riassunto Gli Autori hanno minutamente studiato nel gatto 1'innervazione del polmone, prendendo specificatamente in considerazione le modalità di innervazione del diversi elementi strutturali del parenchima, e il progressive cambiamento di forma delle cellule nervose simpatiche durante l'accrescimento e la senescenza.Gli AA. hanno inoltre studiato il comportamento del metasimpatico polmonare in condizioni di alterata funzionalità (polmone residuo dopo lobectomia e pneumonectomia sperimentali).I risultati più salienti possono essere cosi riassunti: sono stati osservati con particolare attenzione i corpuscoli nervosi terminali di natura sensitiva nelle diverse sedi (ghiandole, epitelio bronchiale, parete dei vasi sanguigni, guaina miocardica delle vene polmonari). Qusti dati, oltre che importanti dal lato morfologico, rappresentano la base anatomica per una esatta interpretazione di molti fenomeni di osservazione clinica: regolazione della dinamica circolatoria, dolore viscerale, riflessi partenti dal peduncolo polmonare e dalla regione dell'ilo.Nelle cellule nervose dei gangli intrapolmonari di soggetti normali si attua una crescita postnatale, che in genere è apparsa di lieve grado. Le modificazioni più salienti, cui vanno incontro i neuroni simpatici polmonari, sono espresse dall'aumento in volume del pirenoforo e dalla comparsa di dendriti, peraltro non molto numerosi.Il processo della complicazione morfologica delle cellule del metasimpatico polmonare avviene seguendo le stesse modalità, sia nell'accrescimento e nella senescenza fisiologica che in condizioni di superlavoro realizzate sperimentalmente (lobectomie, pneumonectomie). L'unica sostanziale differenza, fra il decorrere del processo normale e quello svolgentesi nel polmone residuo costretto ad un superlavoro, è data dal ritmo e dal grado delle trasformazioni rispettive: lente e graduali nel primo, concentrate nel tempo e assai spiccate morfologicamente nel secondo. L'aumento in volume del pirenoforo, l'accrescimento rigoglioso dei dendriti e lo sviluppo delle formazioni parafitiche vengono dagli Autori, analogamente a quanto è stato prospettato da altri Ricercatori per i neuroni di altre sedi, considerati nella identica maniera: tali modificazioni strutturali rappresentano cioè il meccanismo attraverso il quale il neurone polmonare perviene ad una maggiore estensione delle sua superficie, realizzando in tal modo un incremento, talora cospicuo, della sua massa, nella forma la più favorevole al suo metabolismo.  相似文献   

5.
Riassunto L'A. con il presente lavoro si propone di riassumere le nostre attuali conoscenze sugli Attinomiceti, discutendo in particolare i seguenti punti: a) l'eterogeneità morfologica e colturale di questi microrganismi; b) necessità di una loro ripartizione in generi diversi; c) l'opportinutà di una nuova classificazione che tenga debito conto di queste nozioni; d) la possibilità di nuovi studi e di nuovi orientamenti nella ricerca. Ciascuno di questi punti é discusso e documentato in quattro parti diverse del lavoro. Parte 1a. — Sono riassunte le conclusioni più significative, a cui sono giunti vari studiosi della morfologia degli Attinomiceti, come l'Orskov e il Jensen che, distinguono tre gruppi, particolarmente documentati.Una ulteriore e piú antica distinzione é suggerita dal carattere di anaerobiosi, sebbene non vi sia un completo accordo nel giudizio di una simile distinzione: l'accettarono il Wright, il Pinoy, Lignières e Spitz, il Puntoni. Wollenweber distinse due sezioni: Aerothrix e Pionnothrix. Parte 2a. — L'A. vi discute in primo luogo a quale dei gruppi distinti in precedenza si debba attribuire la denominazione generica Actinomyces, e necessariamente quali dei ricordati gruppi corrispondano ai generi definibili e con quali termini debbano essere contraddistinti. Parte 3a. - L'A. propone una nuova classificazione degli Actinomycetales, in cui l'emendamento principale consiste nella più rigorosa definizione delle famiglie Actinomycetaceae, nella quale debbono essere incluse le specie producenti spore o conidi. E' creata una sottofamiglia in relazione alle loro affinità per i generi Actinobacterium, Cohnistreptothrix, Proactinomyces, Mycobacterium, e Corynebacterium; essa con il termine Proactinomycoideae fa parte della famiglia Mycobacteriaceae. Nella sottofamiglia Leptothrichioideae sono annoverati quei generi che hanno maggiori affinità con i restanti Schizomiceti. II genere Actinomyces é considerate come il più evoluto e di transizione agli Eumiceti, ma per l'assenza di un nucleo ben definite si deve considerare appartenente agli Schizomiceti. Parte 4a. — L'A. si sofferma ad illustrare i rapporti che questi microrganismi hanno con la patologia e la microbiologia, rilevando che la loro esatta conoscenza con precise diagnosiè grandemente utile a queste scienze. Sono illustrate e discusse le specie note dei singoli generi e rilevate le ulteriori necessità di ricerche sperimentali.  相似文献   

6.
Riassunto Con metodi istochimici e con metodi di colorazione e di impregnazione per il tessuto gliale fu studiato il materiale intercellulare interposto ai neuroni e fibre nervose nel nevrasse di anfibi urodeli ed anuri (Triton taeniatus, Triton cristatus, Amblystoma mexicanum, Xenopus laevis, Bufo vulgaris, Rana esculenta).I metodi istochimici hanno dimostrato nel materiale interneuronico la esistenza di sostanze del gruppo dei mucopolisaccaridi: esse formano, probabilmente un materiale anisto che dopo fissazione precipita in un reticolo granulare e filamentoso, metacromatico, HOTCHKISS positivo, sensibile all'azione degli enzimi ialuronidasici. Gli studi sui gliociti hanno dimostrato che soltanto nei centri assili degli anfibi anuri esiste una architettura gliovascolare formata prevalentemente da gliociti ependimali: negli altri centri degli anuri e in tutto il nevrasse degli urodeli si trova una rada ed incompleta trama di prolungamenti ependimali con pochi gliociti protoplasmatici siti nella ccmpagine dei centri e sottopiali: le fibre ependimali hanno in questo caso scarsissimi rapporti con i vasi sieche non si può parlare di una vera architettura gliovascolare.Fu dimostrato un sensibile antagonismo fra la intensità delle reazioni istochimiche per la sostanza anista e la complessità delle architétture gliali.Gli autori ritengono esatto definire tutto il materiale interneuronico con il termine di glia proposto dal VIRCHOW: la glia risulta quindi composta da un materiale anisto mucopolisaccaride e dai gliociti riuniti o no in architetture gliovascolari.Dedicate al Prof. F. Baltzer nel suo 70° compleanno.Richerche condotte con il sussidio di fondi del C.N.R.  相似文献   

7.
Riassunto

Intorno alla esistenza di forme di canapa diverse per caratteri morfofisologici entro la popolazione solitamente coltivata nella prov. di Torino e che dal maggior centro di diffusione e smercio, Carmagnola, porta il nome, l'A. ha dato pi[ugrave] d'una dimostrazione. Proseguendo la strada iniziata or è un quindicennio, questà indagine tratta della germinabilità della canapa nelle sue espressioni di potenza germinativa (% di semi nati), energia germinaliva (rapidità di germinazione) e longevilà (durata della vitalità dei semi) alla stregua di manifestazioni d'ordine genofenotipico. Onde poter affrontare le non facili ricerche è stato necessario analizzate le cause, di natura a così dire ambientale, che in un senso o nell'altro influenzano la germinabilità della canapuccia. Tra esac, l'A. ha indagato le seguenti:

a) lo stadio di maturazione del seme;

b) il sistema di raccolta del seme;

c) il mezzo o ambiente di conservazione del seme quanto a temperatura e umidità relativa dell'aria;

d) il sistema di conservazione del seme.

Ciò fatto, l'A. passa all'analisi del comportamento ereditario della germinabilità partendo da linee puree di canapa a bassa e ad alta potenza germinativa, a bassa e ad alta energia germinativa estratte, or è un decennio, dalla predetta popolazione di Cannabis saliva. Le ricerche hanno dimostrato che nella fecondazione incestuosa della canapa è possibile ottenere linee diverse nella germinabilità; che tanto la potenza quanto l'energia germinativa sono caratteri ereditari; che la fecondazione incrociata annulla il carattere « bassa germinabilità » emerso nell'incesto e dovuto probabilmente a fattori letali onde s'ottengono forme di canapa a germinabilità elevata anche nelle generazioni — in libera fecondazione — successive alla prima; che la potenza e l'energia germinativa sembrano caratteri geneticamente complessi e sono tra loro indipendenti; che la longevità della canapuccia è apparsa indipendente, dal lato creditario, dalla potenza e dalla energia germinativa accertate nel primo anno di vita di essa.  相似文献   

8.
Con 4 figure nel testo. Al prof.Defrise spetta l'ideazione del tema e l'elaborazione biometrica statistica, al prof.Barelli l'esecuzione del rilievo microscopico quantitativo. Il testo venne steso di comune accordo.  相似文献   

9.
Riassunto

Il gametofito fetaminile di Anthemis arvensis L. mostra uno sviluppo quanto mai interessante, perchè insieme al tipo « Crucianella » con oangio emisporiale (ca. 75%) si trova pure un altro tipo di sviluppo, il già noto tipo « Pyrethrum parthenifolium » con oangio monosporiale (25% ca.). Il gametofito 16-nucleato tipico tuttavia non è mai stato riscontrato; invece l'Autore ba osservato la presenza del sottotipo 10-nucleato, che è stato recentemente scoperto e che ha preso il nome di sottotipo « Ulmus ». I due tipi sopraddetti sono collegati dalla possibilità di uno sviluppo secondo il tipo « Vittadinia » con oangio monosporiale, che si deve considerare come un tipo intermedio fra i due.

Nella presenza di questi tipi di sviluppo in una stessa specie l'Autore trova una conferma della assoluta dipendenza del tipo « Crucianella » dai tipi tetramegasporiali facenti capo al tipo « Pyrethrum parthenifolium ».  相似文献   

10.
Riassunto Sono riferiti alcuni reperti istochimici sulle ghiandole calcifere (ghiandole di Morren) di Eisenia foetida.Col metodo v. Kossa hanno assunto una colorazione nera più o meno intensa, oltre gli sferoliti e i romboedri di CaCO3 elaborati dalle ghiandole, anche le assise secernenti.Il metodo Gomori per la fosfatasi alcalina rivela nelle lamine sinciziali delie ghiandole una attività fosfatasica di variabile intensità.La reazione PAS (Metodo McManus) e la reazione Gomori alla fucsina-paraldeide risultano positive nel citoplasma delle cellule esofagee, delle cellule delle cripte in continuità col lume esofageo che rappresentano la porzione anteriore delle ghiandole, e a livello delle fibrille interposte tra sincizio ghiandolare e lacune sanguigne. Specialmente la fucsina-paraldeide mette in rilievo anche la presenza di rare fibrille che attraversando le lacune sanguigne — il cui lume è di calibro molto variabile — ne connettono le pareti. Le stesse reazioni sono negative, tranne per qualche raro granulo, nelle assise secernenti.Il metodo Brachet per gli acidi nucleinici mette in evidenza una pironinofilia di vario grado nel citoplasma del sincizio, visibile sopratutto attorno ai nuclei. Anche i nucleoli, talvolta di dimensioni piuttosto cospicue relativamente alle dimensioni del nucleo, hanno pironinofilia più o meno accentuata, che scompare, come quella del citoplasma, dopo trattamento con ribonucleasi.La colorazione con blu di toluidina a pH diversi o con tempi crescenti di colorazione permette di riconoscere delle granulazioni tenuemente ma nettamente metacromatiche anche a pH più bassi o con trattamenti più brevi, mentre a livello del citoplasma in genere e nel nucleo, la colorazione metacromatica positiva si ha con le soluzioni a pH relativamente più elevato o insorge gradualmente prolungando i tempi di colorazione. La metacromasia delle granulazioni è con tutta probabilità riferibile a mucopolisaccaridi acidi legati ai sali di Ca, mentre la colorazione diffusa del citoplasma è dovuta, verosimilmente, agli acidi nucleinici, la cui presenza è messa in rapporto col processo di continuo, cospicuo rinnovamento del sincizio ghiandolare durante il processo di secrezione.E' stato, infine, messo in evidenza, a conferma di osservazioni precedenti (Massal, 1929) la presenza nelle lamine secernenti di numerosissimi condriosomi filamentosi, disposti regolarmente, che conferiscono alle assise ghiandolari una struttura finemente striata.Questi reperti sono confrontati con quelli ottenuti con le stesse tecniche dall'A. sull'epitelio del sacco endolinfatico degli Anuri, anch'esso atto ad elaborare sali di Ca.Si sottolinea infine come ghiandole di Morren e sacco endolinfatico, organi appartenenti ad animali sistematicamente tanto lontani, hanno probabilmente, accanto ad alcune reazioni istochimiche comuni, anche funzioni in parte corrispondenti, in quanto in entrambi i casi l'accumulo di CaCO3 potrebbe servire come riserva tampone per il mantenimento del pH normale del sangue.  相似文献   

11.
Conclusioni Tenendo presenti le conclusioni tratte da ciascun gruppo di queste csperienze di espianto in soluzione diRinger diluita, posso affermare che l'abbozzo (rispettivamente territorio) dell'occhio ha, sia allo stadio di vescicola ottica primaria sia di neurula (docce midollari ampiamente aperte e un poco sollevate), insita in sè stesso la capacità di autodifferenziarsi, di regolarsi, di fondersi con un'altra vescicola ottica (previa asportazione di una parte di ciascun d'esse) e regolarsi, di determinare un cristallino su ectoderma indifferente (inBufo vulgaris), di formare un cristallino dal suo margine irideo (inRana esculenta): infatti esse proprietà si estrinsecano anche oltre che al di fuori dell'influenze degli organi circostanti al di fuori dell'intero organismo.  相似文献   

12.
Riassunto L'A. ha studiato il sistema ipotalamo-ipofisario della femmina del Tritone crestato normale e nelle seguenti condizioni sperimentali: lesioni ipotalamiche, ipofisectomia, carico osmotico, allevamento in ambiente secco, trattamento con acetato di rame. Negli animali ipotalamo-lesi in estate o allevati a temperatura artificiale di tipo estivo in inverno, l'A. ha osservato in un primo tempo un aumento dell'attività secretoria nelle cellule del n. m. p., che poi declina per esaurirsi completamente 50 giorni circa dopo Fintervento operatorio, senza che ne segua atrofia cellulare. Il neurosecreto si accumula nel moncone prossimale del f. preottico-ipofisario, le cui fibre lentamente degenerano in direzione pètale. Nella neuroipofisi l'atrofia tissulare e la rarefazione di sostanza neurosecretoria, già apprezzabile dopo 9 giorni, appaiono estremamente spinte dopo 50 giorni circa. L'atrofia della neuroipofisi, la deplezione in essa del neurosecreto, e il calo dell'attività secretoria nelle cellule del n. m. p. sono meno accentuate negli animali allevati, d'inverno, a temperatura naturale.Negli animali ipofisectomizzati l'A. ha osservato che durante la prima settimana l'attività secretoria nelle cellule del n. m. p. tende ad aumentare. Dal 12° giorno in poi lentamente declina, ma non si esaurisce del tutto neppure dopo 36 giorni, ed entro questo termine le cellule secernenti non degenerano. La quantità di neurosecreto entro le fibre del f. preottico-ipofisario è scarsa nei primi tre giorni, aumenta e si mantiene rilevante dal 5° al 12° giorno, e progressivamente poi diminuisce, senza mai scomparire del tutto. In corrispondenza del tuber le fibre del f. preottico-ipofisario degenerano, e in esse si accumula sostanza neurosecretoria. La degenerazione progredisce lentamente in direzione petale.Il carico osmotico (allevamento in soluzione all'1% di cloruro di sodio) tanto in animali integri che in animali ipotalamo-lesi ha portato, nel corso di 10 giorni, alla degenerazione delle cellule neurosecernenti del n. m. p., ad una forte diminuzione del neurosecreto entro gli assoni del f. preottico-ipofisario e ad una netta deplezione della colloide neuroipofisaria, non accompagnata da mitosi nei piuiciti.Del pari l'allevamento in ambiente secco ha determinato solo in un primo tempo un'esaltazione dei fenomeni neurosecretori nelle cellule del n. m. p. e un incremento dei fenomeni di trasporto lungo la via neurosecretoria; in un secondo tempo però subentrano fatti degenerativi a carico delle cellule secernenti e una più o meno marcata deplezione della colloide nella neuroipofisi.Infine gli effetti ottenuti con iniezioni di acetato di rame sono troppo poco netti per autorizzare qualsiasi deduzione.  相似文献   

13.
Riassunto

L'A. si è proposto di chiarire il valore sistematico del Peucedanum venetum Koch. nei confronti della specie Linneana P. alsaticum L., in base all'esame dei caratteri morfologici esterni ed a quello dei caratteri anatomici del caule, del picciolo e del lembo fogliare, dei raggi dell'ombrella, del frutto. In questo esame (particolarmente in quello anatomico) ha ritenuto opportuno il confronto con altre entità di questo genere, onde cercare di precisare il valore sistematico dei vari caratteri. Conclude con l'affermare che il Peucedanum venetum Koch. è da considerarsi come specie autonoma, ben distinta dal P. alsaticum L.  相似文献   

14.
Riassunto Le espansioni terminali degli assoni, che crescono in vitro, possono presentare aspetti diversi. La forma più comune é quella, da lungo tempo nota, di ingrossamenti dell'apice del neurite, i quali emettono esili filamenti ameboidi, transitori. Ma, nelle fibre che crescono nell'interfacie tra un mezzo solido e un mezzo liquido, spesso l'espansione risulta di tenui membraneile ialine in continuo movimento, le quali possono avere varia estensione.Le espansioni membraniformi possono venire in breve tempo retratte e sostituite da fini filamenti ameboidi indipendenti e viceversa; tra queste varie strutture esistono forme intermedie.Non risulta però confermata l'opinione di A. HUGHES che i filamenti transitori siano pieghe di una struttura continua.I vari aspetti, che le espansioni possono assumere, sono l'espressione della grande plasticità della sostanza nervosa. L'accrescimento delle fibre nervose a contatto di una superficie solida é verosimilmente condizione indispensabile, ma non sufficiente per la formazione delle espansioni membraniformi; é probabile che la sostanza del neurite si espanda in veli estremamente tenui, soltanto quando é soggetta a fenomeni di imbibizione, associati a diminuzione della tensione superficiale.Membrane ialine possono essere emesse anche all'apice delle collaterali e, in casi più rari, costituirsi transitoriamente persino lungo il decorso del neurite, a spese di tratti più o meno estesi di questo, che si espandono in superficie.Le fibre nervose in accrescimento presentano manifesti fenomeni di pinocitosi. Essi avvengono sia in corrispondenza dell'espansione terminale, sia nelle collaterali, sia infine lungo il decorso del neurite, in zone in cui esso emette esilissimi filamenti transitori, apparentemente privi di espansione terminale.Si ritiene ehe, con l'introduzione di goccioline di liquido, il neurite assuma dall'ambiente materiali disciolti, i quali, insieme alle sostanze che vengono elaborate dal pirenoforo e che fluiscono nel neurite stesso, verranno utilizzati per l'accrescimento della fibra nervosa.Vien prospettata l'ipotesi che il significato dei fini ramuscoli collaterali, transitori, che il neurite in accrescimento emette di continuo lungo tutta la sua lunghezza, sia essenzialmente trofico.Ricerche eseguite con un contributo del Consiglio Nazionale delle Ricerche.  相似文献   

15.
Riassunto

Viene completato l'elenco sistematico dei Ceratium viventi nelle acque di Sanremo, descrivendone una nuova specie: Ceratium Brunellii Rampi n. sp., e se ne stabilisce in linca di massima il comportamento fenologico.

Il raffronto del quadro feno-biologico dei Cerazi di Sanremo con quello di altre località mediterranee, sembra indicare che la distribuzione superficiale e la fenologia di questi microplanctonobi, è sensibilmente identica per tutto il bacino mediterraneo e che il gruppo afanotermo delle acque di Sanremo è ad apparizione precoce nei confronti di altre località mediterrance  相似文献   

16.
Riassunto L'A. ha studiato le successive modificazioni citologiche delle cellule epatiche in seguito alla introduzione in circolo di glucosio in dosi varie, ma sempre elevate. Con il metodo di Hagedorn-Jensen sono state determinate le curve glicemiche durante tutto il periodo degli esperimenti (48–60 ore). Come animale da esperimento è stato usato il coniglio e gli esperimenti sono stati condotti in 4 modi diversi: 1° Iniezione di 20 gr. di glucosio in una sola volta. 2° Iniezione endovena di 15 gr. di glucosio frazionatamente in 3 volte. 3° Iniezioni giornaliere di 5–10 gr. di glucosio; gli esperimenti sono durati 72–80 ore. 4° Perfusione del fegato con una soluzione di glucosio a concentrazione variabile dal 2% al 4%; la perfusione veniva fatta attraverso una vena mesenterica che veniva poi legata.Prima di iniettare la soluzione di glucosio si apriva l'addome dell'animale con tutte le precauzioni della asepsi e si prelevava un pezzetto di fegato che veniva utilizzato come controllo dell'esperimento; a intervalli di tempo stabiliti si prelevavano altri pezzetti di fegato riaprendo la ferita addominale; contemporaneamente da una vena periferica si prelevava la quantità di sangue necessaria per la determinazione della glicemia.Il citoplasma anisto delle cellule epatiche presenta le seguenti caratteristiche: nel controllo (48 h. di digiuno) il citoplasma è colorabile diffusamente in modo abbastanza intenso; dopo 3 h. dalla iniezione si nota la comparsa di grandi spazi chiari che occupano la maggior parte del eitoplasma; dopo 6–8 h. dalla iniezione il citoplasma comincia a ridivenire più colorabile ed omogeneo; permangono zone non occupate da condriosomi, ma da una sostanza che con la ematossilina di Heidenhain si tinge in un grigio leggermente diverso da quello del citoplasma anisto circostante. La comparsa dei grandi spazi chiari corrisponde ai valori massimi della curva glicemica; quando il tasso di glucosio tende ad awicinarsi a valori normali il citoplasma si presenta sempre nettamente omogeneo.Il contenuto in glicogene sale gradatamente e raggiunge il suo massimo 18–24 ore dopo la iniezione; da questo momento fino al termine degli esperimenti non subisce variazioni o subisce solo una lieve dimunizione. L'A. non condivide la ipotesi espressa da altri ricercatori che gli spazi chiari siano pieni di glicogene; pensa piuttosto che in questi spazi si trovi del glucosio che sarebbe cosi in un primo tempo come accantonato nella cellula; in un secondo tempo questo materiale diffonderebbe nel citoplasma anisto circostante per subire il processo di polimerizzazione.Il condrioma ha forma di bastoncini molto lunghi e sottili nei preparati di controllo; quando nel citoplasma anisto compaiono le grandi aree chiare i condriosomi si addensano nelle travate di citoplasma non modificato. In alcuni casi si nota un lieve accorciamento dei condrioconti e la comparsa di qualche granulo. L'A. ritiene la prima modificazion dovuta ad un fattore meccanico, la seconda dovuta alle variazioni fisico-chimiche che si verificano nella cellula epatica durante la deposizione di glicogene.Quando la glicemia oscilla su valori di 1,40–2 si nota una dilatazione assai forte di tutti i capillari biliari e l'orletto di citoplasma che circonda i capillari biliari è assolutamente libero di condrioma.I valori delle superfici cellulari salgono gradatamente e dopo 18 h. raggiungono il loro massimo; quasi subito si inizia una graduale discesa e dopo 24 h. i valori delle superfici cellulari sono simili a quelli del controllo. Il volume dei nuclei subisce variazioni regolarissime. Alla iniezione di glucosio segue una graduale ascesa, che alla 16a–17a ora raggiunge il suo vertice, per poi diminuire gradatamente e tornare alla norma dopo 40–48 ore. Dal confronto fra la curva dei valori nucleari e contenuto in glicogene della cellula epatica nei vari periodi degli esperimenti, l'A. rileva che le variazioni dei volumi nucleari sono in rapporto più che con il contenuto in glicogene della cellula epatica, con la attività glicogenetica della cellula stessa.È stato osservato un considerevole aumento del numero delle cellule binucleate, che al termine degli esperimenti sono assai più numerose che nei preparati di controllo.
Zusammenfassung Der Verfasser hat die aufeinanderfolgenden zytologischen Veränderungen der Leberläppchenzellen nach Einführung von verschiedenen, aber immer erhöhten Glukosedosen in den Blutkreislauf verfolgt.Mit der Methode von Hagedorn und Jensen wurden die glykämischen Kurven während der ganzen Dauer der Versuche (36–48 Stunden) bestimmt. Als Versuchstier wurde das Kaninchen benutzt, und die Versuche wurden auf 4 verschiedene Arten durchgeführt: 1. Endovenöse Injektion von 20 g Glukose auf einmal. 2. Endovenöse Injektion von 15 g Glukose verteilt auf dreimal. 3. Tägliche Einspritzungen von 5 bis 10 g Glukose; die Versuchsdauer betrug 72–80 Stunden. 4. Einschwemmung der Leber mit einer 2–4%igen Glukoselösung; die Einschwemmung wurde durch eine Vena mesenterica gemacht, die dann abgebunden wurde.Vor Einspritzung der Glukoselösung wurde das Abdomen des Tieres unter strenger Asepsis geöffnet und ein Stück Leber entnommen, das zur Versuchskontrolle diente: in bestimmten Zeitabschnitten wurden andere Leberstücke entnommen, indem ich die Abdominalwunde wieder öffnete; zugleich wurde aus einer peripheren Vene die für die Glukosebestimmung notwendige Blutmenge entnommen.Das Zytoplasma der Leberzellen weist folgende Merkmale bei der Kontrolle (48 Stunden Fasten) auf: Das Zytoplasma ist homogen und ist ziemlich stark gleichmäßig färbbar; 3 Stunden nach der Einspritzung erscheinen große, helle Räume, die den größten Teil des Zytoplasmas einnehmen; 6–8 Stunden nach der Einspritzung beginnt das Zytoplasma wieder färbbarer und homogener zu werden: es bleiben Zonen, die nicht von Chondriosomen eingenommen sind, sondern von einer Substanz, die sich mit Heidenhainschem Hämatoxylin in einem Grau färbt, das etwas verschieden von dem des untenstehenden strukturlosen Zytoplasmas ist. Das Erscheinen der großen hellen Räume entspricht den Höchstwerten der glykämischen Kurve, die allmähliche Rückkehr zur Gleichförmigkeit fällt mit dem allmählichen Absinken der glykämischen Kurve zusammen: wenn der Glukosegehalt sich den Normalwerten nähert, stellt sich das Zytoplasma immer ganz homogen dar. Das Chondriom hat in den Kontrollpräparaten die Form sehr langer und dünner Stäbchen: wenn im strukturlosen Zytoplasma die großen hellen Räume erscheinen, verdichten sich die Chondriosomen in den nicht veränderten Zytoplasmabalken: in einigen Fällen bemerkt man eine leichte Verkürzung des Chondrioconten und das Erscheinen von einigen Körnchen; der Verfasser hält die ersterwähnten Veränderungen für durch einen mechanischen Faktor verursacht, die zweiten durch physikalisch-chemische Variationen, die sich in der Leberzelle während der Glykogenablagerung einstellen.Wenn die Glykämie sich in Werten zwischen 1,40–2 bewegt, bemerkt man eine sehr starke Erweiterung aller Gallenkapillaren, und daß der Zytoplasmarand, welcher die Gallenkapillaren umgibt, ganz ohne Chondriom ist.Die Werte der Zelloberflächen weisen sehr deutliche Veränderungen auf; nach der Einspritzung steigen die Werte allmählich und erreichen nach 18 Stunden ihren Höchststand; fast augenblicklich beginnt ein schrittweises Sinken der Zelloberflächen, und nach 24 Stunden sind die Werte ähnlich denen der Kontrolle. Auch die Werte der Kernvolumina verhalten sich sehr regelmäßig: nach der Einspritzung steigen sie schnell und allmählich erreichen sie nach 18 Stunden ihren Höchststand; von diesem Moment ab beginnt eine allmähliche Verminderung; 40 bis 48 Stunden nach der Einspritzung sind die Werte ungefähr normal. Aus dem Vergleich der Kurve der Kernvolumina mit dem Glykogengehalt der Leberzellen in verschiedenen Perioden der Versuche ergibt sich, daß die Veränderungen der Kernvolumina mehr mit der glykogenetischen Tätigkeit der Leberzelle als mit dem Glykogengehalt derselben in Beziehung stehen.Es ist eine beachtliche Zunahme der Zweikernzellen zu bemerken.
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17.
Riassunto

A conferma di quanto s'era supposto, la respirazione profonda è apparsa processo fisiologico assai comune. Infatti, essa è stata accerta'a — spesso anche in fasi e periodi diversi del ciclo vitale della stessa pianta — in tutte le specie saggiate (circa 40 riferibili a 16 famiglie).

Nelle piante legnose, il processo respiratorio profondo è risultato della stessa natura che nelle specie erbacee.

Il processo respiratorio profondo e il processo respiratorio superficiale ipogco acquistano valori e significati diversi sia dal lato fisiologico che agronomico secondo la forma coltivata (specie, individuo), le condizioni termiche e la natura del mezzo asfittico del suolo. Per tanto, vuoi nelle piante erbacee che legnose coltivate, è dato osservare una grande variabilità d'adattamento i cui estremi incidono sulle specie che normalmente vivono coll'apparato radicale in terreno idropico cioè in mezzo asfittico costituito da eccesso d'acqua immota e, per contro, sulle specie sensibili — fino a un certo punto — a qualunque comune mezzo asfittico del suolo e però provviste di sistema di radici relativamente superficiale. Le une e le altre sembrano collegate da forme le quali sviluppano comunemente il sistema radicale in terreno libero da acqua stagnante, profondo, permeabile ma tuttavia asfittico negli orizzonti meno superficial — e pi[ugrave] erti — del suolo per atmosfera inerte e per eccesso di CO2.

A entrambi i processi respiratori testè rilevati si allacciano interessanti problemi agronomici riguardanti tra l'altro i lavori di preparazione del suolo eccezionalmente energici particolarmente nei riflessi che questi possono avere a cagione d'una temporanea maggiore aereazione indotta.  相似文献   

18.
Riassunto

L'A. stabilisce che in Lochnera rosea lo sviluppo del gametofito è di tipo normale; le microspore si dividono secondo il tipo simultanco; il tappeto è di secrezione. Fenomeni di associazione dei cromosomi del corrcdo aploide potrebbero indicare che il numero aploide S di questa specie sia derivato dal num. t.  相似文献   

19.
Carmela Caruso 《Protoplasma》1939,32(1):169-183
Conclusione Nel primo cenno fugace cheSavelli fece a questi fatti in occasione del suo lavoro sull'eleocloroplasto (3), egli diceva di avere incontrato cellule contenenti sferule incolori solide (ma che in antecedenza avevano dovuto essere liquide), delle stesse dimensioni delle sferule lipidiche degli eleocloroplasti, con le quali « confessava » di averle confuse « pur non riuscendo a trovare al di sotto di esse la coppa stromatica che in tal caso avrebbe dovuto esserci ». Dimostrare l'esistenza di questo stroma, è quello appunto che abbiamo fatto noi; e la constatazione ehe esso è per lo più incolore allarga il quadro di tali manifestazioni. La fusione delle gocciole di secreto lipidico in una massa (che può, in definitiva, apparire unica e grande tanto da poter anche occludere completamente la cavità cellulare), è il lato inatteso che disorienta l'osservatore non prevenuto. Per tutto questo, ed anche per il loro contenuto sterinico, queste concrezioni lipidiche di sicura origine plastidica, valgono in certo modo a confermare che l'abbaglio diMirande circa i pretesi « sterinoplasti » celava un'idea molto migliore dell'osservazione; e provano ancora una volta che in certi casi l'errore è forse una verità troppo presto abbandonata.  相似文献   

20.
Riassunto

L'A. prende in considerazione un'interessante differenziazione cariologica fra l'Agropyrum junceum del litorale atlantico e quello del litorale mediterraneo, segnalata per le coste francesi dal Simonet, il quale ha messo in rilievo che l'entità atlantica è tetraploide (2n=28), mentre quella mediterranea è esaploide (2n = 42). Con l'esame di individui del litorale toscano e della Linguadoca, nonchè di individui del litorale portoghese, viene nel presente studio confermato il reperto dell'A. francese e viene rilevata cariologicamente l'esistenza dell'entità atlantica nell'ambito della Flora lberica, nonchè quella dell'entità mediterranea nell'ambito della Flora Italiana.  相似文献   

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